Origini dell'universo: confronto tra due ipotesi
Tra le molte stranezze della fisica moderna vi è certamente il Big Bang: quell'evento singolare per cui dal nulla si è creato qualcosa, incluse le leggi della fisica, la materia e le stesse nozioni di spazio e di tempo, per cui non ci si può porre la domanda di cosa esistesse prima di esso.
Il Big Bang si presenta dunque come un concetto di fede, un dogma, al quale bisogna credere perché tutto porta a concludere che le cose siano davvero andate così, ma al tempo stesso esso ci fa sentire la sua terribile irragionevolezza, nel senso che nessun ragionamento può convincerci che dal nulla possa generarsi qualcosa.
Questa teoria si è sviluppata essenzialmente per spiegare l’apparente uniformità dell’universo in tutte le sue regioni.
L’ipotesi di A. Guth afferma che subito dopo l’istante iniziale del Big Bang (quando l’universo era ancora più piccolo di un protone) l’espansione si sia arrestata brevissimamente in modo che l’informazione raggiungesse ogni regione e quindi producesse l’uniformità, per poi continuare in modo rapidissimo per un altro corto periodo di tempo (inflazione, appunto), fino a raggiungere i valori che noi oggi conosciamo.
Diciamo che, anche se oggi largamente accettata negli ambienti scientifici, tale teoria sembra un po' troppo artificiosa e fatta per far quadrare i conti... proprio come la famosa costante cosmologica di Einstein.
Le nostre ipotesi possono invece gettare nuova luce su questo argomento.
Prendiamo di nuovo in considerazione quanto detto prima. Abbiamo visto che, secondo la nostra ipotesi, per passare dalle dimensioni di 1 metro alle attuali (stimate) di
ci son voluti ben 864 miliardi di anni.
Ma è chiaro che l’universo non è certo nato con le dimensioni di 1 metro. Possiamo quindi immaginare che esso sia nato, come nell’ipotesi classica, con dimensioni puntiformi , cioè più piccole di qualunque dimensione immaginabile.
Se, per esempio, volessimo partire dalle dimensioni di 1 mm, le nostre formule ci dicono che il tempo necessario a raggiungere le dimensioni di 1 m è di circa 100 miliardi di anni. Se invece volessimo iniziare dalle dimensioni di 1 micron, il tempo sarebbe di ben 200 miliardi di anni.
Se poi volessimo iniziare quando, ad esempio, l’universo aveva le dimensioni di solo
si otterrebero ben 1030 miliardi di anni!
Come si vede il processo può continuare indefinitamente: si arriva quindi alla conclusione che l’inizio dell’universo è riconducibile a un tempo passato infinitamente lontano!
Anche se questo introduce un nuovo concetto di infinito, questa ipotesi ci sembra più ragionevole di quella classica: il magico “14 miliardi di anni”.
Essa infatti elimina l’angosciosa domanda che sempre ci poniamo: cosa c'era prima di 14 miliardi di anni fa?
Quanto all’apparente uniformità dell’universo, essa si può spiegare con il fatto che la velocità della luce è stata sempre superiore alla velocità di espansione dell’universo: la luce ha quindi raggiunto tutte le regioni dell'universo, provocando così l'uniformità osservata.
Per leggere la versione integrale della teoria di Gianpaolo Benincasa clicca qui.
Qui per la versione inglese.
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