J.R.R. Tolkien: ritratto del padre della letteratura fantasy

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“La creazione di un linguaggio genera di per sé una mitologia, perché creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate”.

In questa frase di John Ronald Reuel Tolkien (Bloemfontein 1892 – Bournemouth 1973) è racchiuso il fulcro di tutto il suo pensiero e di tutta la sua opera letteraria. Celebre soprattutto per la trilogia Il Signore degli Anelli, J. R. R. Tolkien è considerato il padre della narrativa fantasy moderna, nonché padre della letteratura di genere epico e mitologico anglosassone.

Appassionato di lingue arcaiche fin da quando era un ragazzino, da adulto divenne professore di filologia germanica, di letteratura inglese e di inglese antico all’Università di Oxford. Fu proprio il suo amore per le lingue antiche che lo portò a coniare idiomi e linguaggi molto simili al gallesse e alle lingue gotiche. Tolkien, però, si rese ben presto conto che questi idiomi immaginari necessitavano di essere inseriti in un contesto che li rendesse reali o quantomeno verosimili. Fu così che pensò ad Arda la cui genesi è narrata ne Il Silmarillion, un’opera mitopoietica (che definire un romanzo sarebbe inesatto e riduttivo) a cui Tolkien lavorò per tutta la vita e che fu pubblicata postuma da suo figlio Christopher. Arda, questa regione fantastica nata dall’immaginazione dell’autore, era collocata nell’altrettanto leggendaria Terra di Mezzo e fu proprio qui che Tolkien ambientò i celebri Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.

In particolare, Lo Hobbit, pubblicato nel 1937, ispirò tutta la sua successiva produzione letteraria di genere. L’idea gli venne quasi dal nulla. Si racconta che stesse correggendo il compito di un suo studente quando, a margine della pagina, scrisse di getto: “In un buco nel terreno viveva uno hobbit…”. Fu, poi, lo stesso scrittore a rivelare che l’ispirazione per il romanzo gli fu fornita dagli anni della sua fanciullezza trascorsi in un piccolo paesino alla periferia di Birmingham che tanto somigliava alla Contea dove gli Hobbit vivevano.

In effetti, Lo Hobbit si pone quale punto di congiunzione tra i racconti per bambini, che l’autore amava scrivere anche per i suoi tre figli, e la letteratura di genere mitologico che caratterizzarono la sua produzione letteraria.

I romanzi di Tolkien riscossero così tanto successo da giungere ben presto in America divenendo punti di riferimento imprescindibili per la letteratura fantasy successiva. La produzione tolkieniana, a partire dagli anni ’60 e ’70 si tramutò in un vero e proprio fenomeno di costume che, ancora oggi, non cessa di influenzare scrittori e registi.

Anche dopo la sua morte avvenuta nel 1973, il figlio Christopher si occupò della pubblicazione dei romanzi e dei racconti del padre, il quale continuò a scrivere fino a poco tempo prima di morire. L'ultimo risale al 2009 ed è La leggenda di Sigur e Gudrùn.