Expo Milano 2015 - La storia delle esposizioni universali dal 1851 ad oggi
Un’Esposizione universale è al contempo una fiera commerciale e un momento di scambio di conoscenze, innovazioni e sapere scientifico tra le nazioni.
La storia di Expo va ricercata nelle prime esposizioni nazionali del diciottesimo secolo.
Nel 1789, dopo la fine della Rivoluzione, furono organizzate le prime esposizioni in Francia: la classe politica francese voleva mostrare i progressi commerciali, tecnici e tecnologici portati dall’abbattimento della monarchia.
La prima vera Esposizione Universale è considerata però quella londinese, del 1851: è a partire da questa data che ogni Expo lascia per tradizione un segno nella città che la ospita con strutture ed opere d’arte costruite ad hoc. La spettacolare esposizione londinese fu ospitata nel meraviglioso Hyde Park al centro della città dove fu costruito il famoso Crystal Palace, un gigante di vetro e ferro in grado di ospitare 14.000 espositori.
A Vienna, nel 1873 i tre paesi "più evoluti" dell’occidente si sfidarono nell’esposizione dei propri padiglioni: la Francia si presentò come il paese del lusso, l’Inghilterra invece che puntare sui prodotti si focalizzò sulle tecniche e sui materiali, ma fu la Germania di Bismarck a stupire l’occidente poiché rappresentava perfettamente l’ascesa tedesca in atto in quegli anni.
Il terzo evento degno di entrare nella storia fu l’esposizione universale di Parigi nel 1889, che lasciò un segno tutt'oggi distintivo della città più romantica del mondo: la Tour Eiffel. Questa esposizione fu rivoluzionaria anche perché fu la prima a poter essere visitata anche nelle ore serali grazie all’illuminazione elettrica che cambiò la storia con la lampadina a bulbo.
Non a caso fu in questa edizione che Thomas Edison presentò ben 400 brevetti. Ma questa edizione fu anche tra le più discusse, poiché fu una celebrazione del centenario della presa della Bastiglia: in segno di disapprovazione per il comportamento del popolo francese nel secolo precedente, i sovrani di tutta Europa declinarono l'invito che fu invece raccolto da migliaia di visitatori da tutta Europa. Infine questa edizione può essere definita “speciale” anche perché fu accompagnata dalla musica: il fonografo infatti venne presentato sebbene fosse stato brevettato già da qualche anno.
E' nel 1906 quando Milano fece capolino nello scenario internazionale ed ospitò l’esposizione universale per inaugurare il traforo del Sempione. In questa occasione venne istituito un “tema” che l’esposizione doveva seguire: il trasporto. Questo tema portò a diverse curiosità che resero quest'edizione “particolare ed eccentrica” con spettacoli di areostati o gli spazi espositivi collegati da una piccola ferrovia. Le novità nel trasporto non furono più basate sulla performance ma si focalizzano sui comfort (riscaldamento, ventilatori etc.). Un’opera tangibile lasciata da questo evento è l’Acquario milanese, tra i più antichi di Europa.
Nel 1928 venne istituito l'Ufficio Internazionale delle Esposizioni (BIE) che regolamentò le esposizioni universali e stabilì che dovessero trascorrere 5 anni tra un’Expo e il successivo. Venne anche definita la differenza tra esposizioni universali ed internazionali: le prime trattano temi più generali e di interesse mondiale (come l’emergenza energetica ed alimentare che verrà trattata nel 2015 a Milano), le seconde trattano temi più specializzati su ambiti particolari della vita quotidiana (come il tema del trasporto di Milano 1906). La durata di un’esposizione varia da almeno 6 mesi (esposizioni universali) a un minimo di 3 mesi (esposizioni internazionali).
Da tenere in considerazione sono anche le esposizioni americane di Chicago (1933) e San Diego (1935) il cui tema fu sempre legato ai trasporti e all’innovazione tecnologica (invenzione dei robot e introduzione dell’automobile). Successive furono quelle di Parigi (1937), San Francisco (1939) e New York (1939).
E' la volta di Roma nel 1942: questa esposizione sarebbe dovuta essere la prima permanente, ma non fu mai inaugurata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lasciando in eredità alla capitale un intero quartiere costruito per l’occasione: l’EUR.
Le esposizioni seguenti focalizzarono i loro temi sulla centralità dell’uomo, sulle scoperte scientifiche e sui suoi traguardi tecnologici, anche in vista di una ripresa economica dopo la guerra. Citiamo quindi Port au Prince (1949), Bruxelles (1958 – dove fu esposto lo Sputnik sovietico), Seattle (1962 – dove fra gli espositori ci fu addirittura la NASA), New York (1964) e Montreal (1967).
Nel 1968 l’esposizione di San Antonio cambiò completamente ottica: il tema fu incentrato sulla pace e sulla convivenza in armonia dei popoli provenienti da diverse nazioni nel continente americano. Si passò dal trattare le innovazioni prodotte dall’uomo all’uomo stesso.
Un altro filone è riconoscibile andando avanti negli anni e arrivando a quelli più recenti. Le esposizioni di Lisbona (1998), Hannover (2000), Shangai (2010) hanno trattato il tema di uno sfruttamento più sostenibile del pianeta, analizzando le varie sfaccettature del problema fino a giungere a Milano (2015) che tratterà il problema dell’alimentazione e delle risorse del pianeta.
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