vèste

Lessico

(ant. o pop. vèsta), sf. [sec. XIII; latino vestis].

1) Abito, indumento che copre (per lo più esternamente) la persona: veste elegante, pratica;veste nuziale, abito da sposa; veste talare, tonaca nera indossata dal sacerdote; veste sacra; veste da camera, vestaglia. Al pl., con valore collettivo, insieme degli indumenti indossati: portare ricche vesti; correre con le vesti discinte; vesti tradizionali, folcloristiche.

2) Per estensione, parte esterna, rivestimento: metter la veste ai fiaschi, la paglia; la folta veste degli alberi, le fronde; veste tipografica, l'aspetto definitivo di un libro come risultato complessivo delle operazioni di stampa, illustrazione, legatura ecc. Poetico, il corpo umano in quanto rivestimento dell'anima.

3) Fig., forma, aspetto esteriore: “in vesta di pastor lupi rapaci / si veggion di qua su per tutti i paschi” (Dante); nell'uso burocratico, qualità, facoltà, autorità: in veste di avvocato ho diritto a sapere ogni cosa; il ministro ha parlato in veste ufficiale, entro le competenze specifiche della sua carica pubblica.

Liturgia

L'abito usato dai ministri nelle celebrazioni sacre vuole indicare il carattere sacro dell'azione che si compie e la particolare funzione di chi le indossa. La veste sacra comune a tutti i ministri è il camice, una tunica bianca aderente ai fianchi, che scende fino al tallone. Segno distintivo del sacerdote e del diacono è la stola, due strisce di stoffa che, per i sacerdoti, dal collo scendono sul davanti, mentre dai diaconi è portata trasversalmente dalla spalla sinistra e incrociata sul fianco destro. Nella celebrazione della messa i sacerdoti, sopra il camice e la stola, indossano la pianeta o casula, mentre l'abito caratteristico del diacono è la dalmatica. La particolare dignità del vescovo è indicata dalla mitra, dal pallio, dal pastorale. Le vesti sacre, a eccezione del camice, sono di diverso colore, secondo i tempi liturgici e le feste.