trasformazionàle
agg. [sec. XX; da trasformazione, sul modello dell'inglese transformational]. In linguistica, grammatica generativa trasformazionale, nuova teoria linguistica elaborata da N. A. Chomsky; partendo da un numero limitato di frasi, attraverso un complesso finito di regole, si possono produrre o generare per successive trasformazioni tutte le possibili frasi grammaticali di una lingua. Scomponendo la frase “il ragazzo legge il libro” nei suoi costituenti immediati, questi possono essere schematizzati secondo una struttura ad albero. Tutte queste informazioni possono poi essere formalizzate con le cosiddette “regole di riscrittura” nel modo seguente: F↔GN GV (cioè: riscrivi F come GN GV); GN↔Det N (cioè: riscrivi GN come Det N); GV↔V GN (cioè: riscrivi GV come V GN). Sono queste le regole della “grammatica a struttura sintagmatica. Se poi si prende in considerazione una frase come “canta!” si può vedere che in essa il GN manca nella struttura superficiale, ma è presente nella struttura profonda (che è in effetti “(tu) canta!”) e da questa struttura profonda si giunge a quella superficiale mediante la regola trasformazionale della “cancellazione imperativa” del GN. In un simile sistema formale di tipo logico-matematico è evidente l'intenzione di poter giungere a “una certa sottostruttura che, insieme con i principi generali di organizzazione, è comune a tutte le lingue”.