tossinfezióne
sf. [sec. XX; da tossi(co)+infezione]. Infezione caratterizzata dalla presenza nel sangue di esotossine batteriche. Abbastanza frequenti sono le tossinfezioni alimentari, malattie diarroiche acute causate dall'ingestione di cibi contaminati da batteri, virus, protozoi o da tossine batteriche, molto più frequenti nei mesi estivi. Gli alimenti solitamente inquinati sono l'acqua, il latte e i suoi derivati (panna, creme e gelati), la carne, gli insaccati, i cibi in scatola, le uova, i pesci e i molluschi. Vengono distinte forme dovute all'azione di tossine prodotte da stafilococchi, da Escherichia coli enterotossigena, da Clostridium perfringens, e dal vibrione colerico; si tratta di disturbi in cui il danno è quasi solo funzionale, con diarrea acquosa e sintomi sistemici di breve incubazione e durata, causati solo dall'azione delle sostanze di sintesi batterica, comunque senza danno anatomico. Appartiene a questa categoria anche il botulismo, ma in questo caso le lesioni neurologiche da tossine sono gravissime e spesso mortali. Le forme gastro-entero-colitiche, dovute all'azione sia del microrganismo sia dei suoi prodotti, sono causate da Escherichia coli enteroinvasiva o citotossica, shigella, salmonella, Campylobacter, Vibrio parahaemoliticus, da Rotavirus, da Giardia (o Lamblia). I sintomi sistemici sono più importanti, la febbre è elevata, la diarrea è mucosanguinolenta, sono presenti malassorbimento e protidodispersione. La diagnosi è semplice, specie se molte persone presentano gli stessi sintomi, o se si tratta di pazienti che hanno viaggiato in Paesi del Terzo Mondo, anche se esistono più casi inquadrabili come diarrea del viaggiatore. La terapia si basa sull'uso di antibiotici, anche non assorbibili, nelle forme lievi, ricorrendo a volte alla somministrazione di soluzioni reidratanti orali o, di rado, endovenose; nelle varianti più serie si usano antibiotici sistemici e soluzioni idroelettrolitiche per fleboclisi.