tipologìa
IndiceLessico
sf. [sec. XX; tipo-+-logia].
1) Classificazione per tipi, cioè per grandi categorie, delle diverse forme e caratteristiche con cui può manifestarsi un determinato fenomeno, o una serie di fenomeni. § Funzione della tipologia è di codificare, riordinandola attraverso schemi semplificatori, una serie di informazioni che per il loro carattere complesso ed eterogeneo non sarebbero altrimenti suscettibili di analisi scientifica; e quella di aprire la strada all'individuazione di correlazioni fra dati apparentemente non collegati fra di loro. Ogni tipologia, la cui elaborazione si fonda per lo più su metodi induttivi, tende a individuare gli elementi di concordanza e affinità sussistenti all'interno dell'area di fenomeni che interessa. Se ne servono sia le scienze naturali sia quelle sociali. Soprattutto queste ultime tendono a delineare tipi ideali, vale a dire situazioni estreme e astratte che allo stato puro non si riscontrano nella realtà concreta, ma la cui individuazione è utile per far luce su di essa. La costruzione di una tipologia non va confusa con il processo di tipificazione che, per i fenomenologi, costituisce il modo in cui gli individui si rappresentano il mondo circostante, anche al di fuori di ogni verifica obiettiva.
2) Teoria della personalità che tende a classificare le persone in categorie distinte (i “tipi”) individuate da determinate caratteristiche sia psicologiche sia (ma non necessariamente) morfologiche e fisiologiche.
3) In linguistica, sistema di classificazione delle lingue basato sulle caratteristiche tipiche della loro struttura fonologica, morfologica, sintattica, lessicale. Questo tipo di classificazione prescinde da quella genealogica e geografica, senza peraltro escluderle.
4) In architettura, studio e classificazione di schemi o tipi in repertori di diverso carattere secondo l'aspetto preso in considerazione, quali funzioni, strutture, schemi formali od ornamentali.
5) Nella grafica e nella stampa, studio dei componenti dello stampato collegati con i procedimenti grafici, con particolare riferimento ai caratteri da stampa e a ogni altro grafismo che deve essere usato.
Linguistica
Una prima classificazione tipologica delle lingue su basi essenzialmente morfologiche fu fatta all'inizio del secolo scorso soprattutto da A. W. Schlegel e K. W. von Humboldt e portò alla classica tripartizione di lingue isolanti, agglutinanti e flessive. I problemi della tipologia linguistica, sviluppati e perfezionati nel secolo scorso da altri studiosi, furono ripresi con nuovi criteri in epoca moderna specialmente dal linguista americano E. Sapir, che ha fondato la sua tipologia sulla natura dei concetti espressi dalla lingua (“concetti concreti”, “concetti relazionali astratti”, “concetti derivazionali”, “concetti relazionali concreti”). L'interesse per la tipologia linguistica va oggi sempre più aumentando, anche al fine di poter ricavare elementi utili per meglio definire le strutture mentali dei vari popoli.
Edilizia
Nella prassi edilizia il tipo rappresenta un insieme di nozioni, sorta di codificazione delle esperienze precedenti, una prefigurazione progettuale, quindi, profondamente radicata nel processo storico, in quanto ogni tipo è determinato e diversificato secondo il tempo e lo spazio e vive di una dinamica di aggiustamento, modifica, evoluzione-involuzione dei tipi tramandati dalla tradizione precedente. Lo studio tipologico tende a individuare serie di fenomeni strettamente connessi nello sviluppo storico, chiaramente percepibili in un determinato arco di tempo, e la cui classificazione risulta importante per l'esame e la lettura dei processi architettonici in termini generalizzati. Sempre presente (talora in modo preponderante) nella trattatistica architettonica fin dalla classicità (Vitruvio), l'esame tipologico dal Medioevo al Rinascimento (particolarmente S. Serlio, Palladio, Vignola) distingueva in genere alcune grandi categorie, secondo la funzione (edifici civili, religiosi ecc.), la struttura (piante longitudinali, centrali ecc.), gli elementi costruttivi (coperture, ordini architettonici ecc.) e quelli decorativi (fregi, ornamenti ecc.). Oggi si tende sempre più a mettere in rilievo come il campo dell'analisi tipologica investa tutta la gamma del fenomeno edilizio nel suo complesso, dall'uso dei materiali fino all'organizzazione del territorio (tipologia dei materiali e della loro funzionalità per usi predeterminati; tipologia degli insediamenti e dei nuclei urbani; tipologia delle unità abitative, della loro entità dimensionale e dei loro modi di aggregazione; tipologia dei percorsi urbani e territoriali; tipologia delle aree produttive ecc.).