strìa
Indicesf. [sec. XVI; latino stria].
1) Scanalatura, striscia lunga e sottile che per colore o rilievo diverso spicca su una superficie: la lumaca ha lasciato una stria sulla foglia.
2) In anatomia, formazione e forma di sottile nastro o lamina o cordoncino, che si distingue dal tessuto circostante per le particolarità della sua struttura: strie acustiche, lo stesso che barba del calamo scrittorio; strie olfattorie, porzione delle omonime benderelle, nella parte della terminazione corticale.
3) In fisica, metodo delle strie, o metodo Schlieren, applicazione del fenomeno della diffrazione luminosa per la visualizzazione dei flussi in fluidodinamica. § Si consideri un sistema ottico in cui "Per la figura 1 vedi il lemma del 18° volume." "Vedi figura 1 vol. 21, pag. 71" il foro circolare O è illuminato dalla sorgente A mediante il condensatore C. La lente L forma in O´ l'immagine del foro O; lo schermo retrostante S sarà debolmente illuminato, ma tale illuminazione scompare ponendo in O´ uno schermo nero di dimensioni sufficienti. Se ora si pone in P, coniugato con P´ rispetto alla lente L, un disco forato, oppure un disco con più forellini, l'immagine dei fori chiari apparirà sullo schermo, poiché i fori hanno diffratto la luce proveniente dalla sorgente. Al posto del disco forato si può porre in P una vaschetta piena di liquido, nella quale si crea con opportuno emettitore un sistema di onde ultrasonore stazionarie trasversali; l'insieme dei massimi di pressione ultrasonora costituisce un reticolo di diffrazione, la cui immagine comparirà in S. In generale, se in P si pone un mezzo fluido di densità localmente variabile con il tempo, sullo schermo comparirà una rappresentazione di detta variabilità. Per la visualizzazione dei flussi "Vedi figura 2 vol. 21, pag. 71" , "Per la figura 2 vedi il lemma del 18° volume." si consideri un corpo M, all'interno di un recipiente R, attorno al quale si muova un fluido, con densità localmente variabile attorno a M. Sullo schermo S si avrà una figura di diffrazione che fornisce una rappresentazione dei gradienti trasversali di densità. Una variante del metodo descritto, detta ancora metodo delle strie, è usata particolarmente in aerodinamica e si basa sulle rilevanti variazioni di densità che si manifestano nei flussi supersonici a causa dei fenomeni di comprimibilità, che provocano variazioni dell'indice di rifrazione del gas impiegato nella prova. Le variazioni di densità dovute ai fenomeni di comprimibilità vengono messe in evidenza sfruttando le differenze di fase tra i raggi delle due metà di un fascio di luce monocromatica, scisso da uno specchio semiargentato, e di cui una attraversa la camera di prova della galleria aerodinamica (in cui si eseguono esperienze bidimensionali), per ricongiungersi all'altra attraverso un secondo specchio semiargentato. Le strisce d'interferenza, rilevate fotograficamente, permettono l'esame del campo aerodinamico.