stazionarietà
sf. [da stazionario]. L'essere stazionario, per lo più in particolari accezioni tecniche: A) in fisica, indipendenza dal tempo. B) In analisi matematica, punto di stazionarietà di una funzionef(x) definita in (a, b) è un punto di (a, b) nel quale si annulla la derivata prima della funzione stessa; cioè è un punto in cui la tangente alla curva è parallela all'asse delle x. Se ci si sposta di poco negli intorni di questi punti, la funzione subisce incrementi infinitesimi. Possono essere punti di estremo relativo per la funzione (cioè massimi o minimi) o punti di flesso. Analogamente si possono considerare punti di stazionarietà per funzioni a più variabili. C) Nella teoria dei controlli, carattere di un segnale nel quale i parametri di distribuzione statistica temporale (per esempio il valore medio, la deviazione standard, ecc.) sono indipendenti dal tempo. Più precisamente poiché, dato un segnale generico di durata T, i parametri statistici di un segnale di durata inferiore T´ compreso nel segnale precedente sono affetti da un errore statistico funzione di T´, la stazionarietà di un segnale è quel carattere del segnale di durata T, per cui i parametri di un segnale di durata T´ compreso in T non dipendono da traslazioni temporali all'interno di T. Nello studio del comportamento dei sistemi, si parla anche di risposta stazionaria per risposta a regime, ossia per quella parte della risposta del sistema che segue il transitorio iniziale e che dipende soltanto dal segnale di entrata e dalla funzione di trasferimento.