sinàntropo
sm. [dal latino scientifico Sinanthropus, da Sina, Cina+greco ánthropos, uomo]. Nome (Sinanthropus pekinensis) dato alla forma umana fossile scoperta nel 1927 a Chu kut'ien, presso Pechino, ampiamente documentata anche da numerosi ritrovamenti successivi effettuati nella stessa regione, attribuiti al Pleistocene inferiore e andati irrimediabilmente perduti in seguito alle vicende della seconda guerra mondiale. Il sinantropo ha una grande importanza per lo studio dell'evoluzione dell'uomo tanto che oggi si preferisce designarlo come Homo erectus pekinensis, riconoscendone in questo modo l'appartenenza al genere Homo e la sua stretta relazione con i pitecantropi, da un lato, e le più antiche forme umane quali l'Atlanthropus (Homo erectus mauritanicus) e l'uomo di Heidelberg (Homo erectus heidelbergensis). Da un punto di vista morfologico la struttura del sinantropo non si discosta troppo da quella dei pitecantropi, rispetto ai quali è senz'altro una forma più recente: cranio di forma birsoidale, con toro sopraorbitario fortemente sviluppato; calotta notevolmente appiattita e con fronte sfuggente; notevole spessore delle ossa craniche che conferiscono all'insieme un aspetto più massiccio e tozzo rispetto sia ai pitecantropi sia ai neandertaliani; le rocche petrose appaiono conformate come nelle scimmie antropomorfe e anche la squama del temporale, bassa e allungata, ha una morfologia scimmiesca; molto marcate le creste occipitali; le arcate zigomatiche, sviluppate trasversalmente, appaiono molto grandi; massiccia e pesante è la mandibola, sfuggente nella regione mentoniera che presenta però un trigono mentoniero indicante un certo sviluppo dei muscoli sopraioidei e linguali utili al linguaggio articolato. Nonostante questo quadro generale primitivo, risaltano alcune caratteristiche, quali l'ampia capacità cranica (1030-1225 cm3) superiore a quella dei pitecantropi, la dentatura simile a quella dell'uomo moderno e la struttura dei femori e degli omeri che denotano una sicura ed esclusiva stazione eretta, e quindi la liberazione degli arti superiori dalle funzioni di deambulazione. Le caratteristiche fisiche del sinantropo ben si accordano, del resto, con il suo genere di vita che si presume basato sulla raccolta e la caccia in gruppi familiari, come documentato dalla presenza, in associazione con i resti fossili, di oggetti litici quali raschiatoi, punte in quarzite, bulini, schegge intenzionalmente ritoccate e altri manufatti in selce. Ma ciò che più di ogni altra considerazione conferisce importanza peculiare al sinantropo è il fatto che esso è il primo essere intelligente ad aver usato e prodotto intenzionalmente il fuoco, come testimoniato da resti di focolari associati ai reperti di insediamenti durati a lungo nel tempo.