samghārāma
termine indiano usato per indicare la residenza conventuale, cioè il luogo in cui vivono i monaci buddhisti raccolti in comunità. In origine, il luogo (capanne o grotte scavate nella roccia) in cui vivevano periodicamente insieme i monaci buddhisti itineranti era detto āvāsa. Lo sviluppo e l'organizzazione delle dimore conventuali, scavate nella roccia (Bāhjā, Bedsa, Kārlā, Ajanta, ecc.) o costruite in muratura secondo uno schema che articolava attorno a una sala principale (caityaghara) – dove originariamente si trovava lo stūpa – le varie celle dei monaci (vihāra), favorirono l'adozione del termine samghārāma per indicare l'intero complesso in cui viveva la comunità, mentre il primitivo nome della cella (vihāra) divenne sinonimo di monastero e la cella singola fu chiamata parivena.