salvézza
Indice
Lessico
sf. [sec. XIV; da salvo]. L'essere salvo, l'uscire salvo da una situazione di pericolo: disperare della salvezza; avere poche possibilità di salvezza; l'unica via di salvezza è la fuga. Per estensione, la persona, la cosa, il mezzo che salva, che ha tratto in salvo o che può salvare: quell'affare è stato la salvezza della ditta; il tuo intervento è stato la mia salvezza; ancora di salvezza, vedi ancora. Lett., salvazione: la salvezza dell'anima.
Religione: cristianesimo
La dottrina della salvezza è in relazione con il problema del peccato, e cioè della colpa morale come offesa alla divinità. L'uomo, incapace di redimersi con le proprie forze per la ferita inferta alla sua natura dal peccato originale, può liberarsi dalla colpa e ristabilire il suo rapporto con Dio soltanto con l'aiuto della divinità stessa. Il mistero della salvezza si personifica in Gesù Cristo (cioè Salvatore) nel quale converge tutta la storia sacra annunciata e preparata secondo la narrazione della Bibbia, in quanto egli la attua e la elargisce all'uomo non solo durante la propria vita ma anche dopo la sua morte, nel tempo, a quanti si congiungono con lui. Tale missione essenziale di Cristo viene adempiuta secondo la volontà del Padre, con il sacrificio redentore della propria vita. Le basi teologiche della dottrina soteriologica cristiana sono fissate da San Paolo (il quale afferma che l'uomo peccatore è incapace di versare a Dio il prezzo del proprio riscatto e viene riscattato da Gesù con la sua morte) e dall'apostolo Giovanni secondo il quale il Verbo di Dio, facendosi uomo, ha nuovamente divinizzato tale natura umana. Il dogma della salvezza, precisato nell'opera di San Tommaso d'Aquino e definitivamente fissato dal Concilio di Trento, afferma dunque che la salvezza dell'uomo dipende da una sua disposizione necessaria e primaria che è la fede, ma è opera divina in quanto l'iniziativa della salvezza viene dal Padre e si attua mediante un'infusione di grazia e di santità.