séppia
IndiceLessico
sf. [sec. XIV; dal greco sēpía, tramite il latino sepía]. Genere (Sepia) di Molluschi CefalopodiDecapodi della famiglia dei Sepidi. Per estensione, come agg. inv., di colore grigio bruno analogo a quello delle seppie: un abito in tinta seppia; in particolare, copia seppia, copia eliografica di colore bruno, ottenuta con procedimento che si basa sulla fotosensibilità dei sali di ferro trivalente.
Zoologia
Caratterizzate dal corpo munito lateralmente di due pinne nastriformi, le seppie hanno testa grossa, con occhi molto sviluppati, che porta dieci braccia tutte munite di ventose, delle quali solo due sono molto lunghe, a tentacolo, e retrattili. La conchiglia, nota con il nome di osso di seppia, è di natura calcarea ed è posta internamente al corpo dell'animale. Particolarmente sviluppata è la ghiandola del nero, il cui secreto, proiettato nell'acqua, consente all'animale di nascondersi; veniva usato un tempo nella fabbricazione dei coloranti. Le seppie vivono a profondità variabili e, pur possedendo notevoli capacità di cambiare colore rapidamente e di rendersi poco visibili contro il substrato, si nascondono spesso sotto la sabbia. Si nutrono prevalentemente di pesci e di crostacei che riescono a ingerire dopo aver rotto il guscio con le mandibole cornee. Sono a sessi separati e dopo la fecondazione le femmine depongono le uova sui coralli o sulle alghe. Le seppie vengono pescate con vari metodi ma soprattutto con le nasse e le reti a strascico. Le specie più diffuse nei nostri mari sono Sepia officinalis, detta seppia comune, lunga ca. 25 cm, Sepia filliouxi, lunga ca. 34 cm, Sepia elegans, di soli 9 cm. La seppia ha carne di intenso sapore marino, forse più gustosa nei grossi esemplari, però sempre un po' tenaci. È inoltre poverissima di grassi e assai indicata nelle diete dimagranti. Gli esemplari grandi si preparano per lo più in umido: specialità apprezzate sono le seppie con i piselli e il risotto nero con le seppie, veneziano; gli esemplari piccoli si consumano in genere in frittura.