rogazióne
Indicesf. [sec. XIV; dal latino rogatío-ōnis, da rogāre, chiedere, proporre una legge].
1) Adattamento del latino rogatio legis.
2) Formula con cui il rogatario (per esempio il notaio), su richiesta della parte, stende un atto o un contratto e lo autentica, attestando di avere steso a richiesta del rogante e in sua presenza un atto, contratto o documento.
3) Al pl., suppliche solenni, fatte soprattutto con il canto delle litanie dei santi e la processione con diverse stazioni, per implorare il perdono dei peccati e la protezione di Dio contro tutti i mali e principalmente per invocare la benedizione divina sui frutti della terra. Il termine tecnico è litania maggiore e litanie minori. La prima, sorta a Roma, aveva luogo il 25 aprile e prese il posto di una processione pagana, che si faceva in onore di Robigo. Le litanie minori furono stabilite da San Mamerto, vescovo di Vienne nel Delfinato, nel 470, e si diffusero poi in tutto l'Occidente. Si facevano nei tre giorni precedenti la festa dell'Ascensione. Anche l'uso di fare il giro dei campi per tre giorni consecutivi del mese di maggio era conosciuto tra i riti religiosi (Ambarvalia) dell'antica Roma. Come per le quattro tempora, il modo, il tempo e la stessa celebrazione delle rogazioni sono lasciati alla decisione dei vescovi di ogni nazione.