reticènza

sf. [sec. XVIII; dal latino reticentía].

1) L'essere reticente; rifiuto volontario di dire quanto si sa: mostra reticenza circa le sue intenzioni; parlare senza reticenza, molto apertamente. § Nel diritto penale, il comportamento del testimone che tace nella sua esposizione su alcuni particolari o addirittura su tutto: costituisce reato equiparato a quello della falsa testimonianza e come tale è punito, tranne il caso in cui il testimone sia costretto alla reticenza per un grave danno incombente su se stesso o sui suoi familiari; in diritto civile la reticenza è il comportamento sleale di una delle parti contraenti che in un contratto tace su particolari che avrebbero potuto impedirne la stipulazione.

2) Figura retorica detta anche aposiopesi.

3) Sintomo psicotico di non raro riscontro in alcuni stati deliranti, consistente nel fatto che il paziente da un lato vuol tener celato il suo delirio, ma dall'altro desidera farne partecipi le altre persone e produce quindi dei “segni” attraverso i quali queste dovrebbero comprendere il suo stato delirante.