renovatio Imperii
loc. latina (propr., rinnovamento dell'Impero) usata in italiano come sf. Generoso quanto inutile sforzo di rinnovare l'Impero romano plasmandolo di spirito cristiano. Perseguito tenacemente da uomini anche illustri dalla morte di Giustiniano al sec. XIV, fu la molla di tentativi spettacolari esteriormente quanto intimamente poveri di energica persuasione: Ottone III di Sassonia, coadiuvato dal suo maestro Gerberto di Aurillac (poi papa Silvestro II), fissò a Roma la sua residenza e ristabilì le forme esterne della corte imperiale romana mentre il papa tentava una riforma dei costumi ecclesiastici. Il loro sogno s'infranse contro la realtà di un mondo diviso e corrotto. Sulla stessa scia sono da collocare gli sforzi per dare almeno un po' di unità all'Impero compiuti senza successo da Enrico IV, Federico Barbarossa, Enrico VII e Ludovico il Bavaro; ancora più effimeri risultarono gli entusiasmi di Cola di Rienzo per dare a Roma l'antica grandezza del periodo repubblicano. Vi spesero nobili accenti anche Dante e Marsilio da Padova, ma furono parole gridate al deserto.