Marsìlio da Pàdova

pensatore politico italiano (Padova 1275-Monaco di Baviera 1342). Laureatosi in medicina e poi in teologia, insegnò a Parigi, dove nel 1324 pubblicò la sua opera maggiore, il Defensor pacis, che gli attirò le rappresaglie dell'autorità religiosa e lo costrinse a lasciare Parigi. Si mise allora sotto la protezione dell'imperatore Ludovico il Bavaro e fissò la sua dimora definitiva a Monaco. Educato nella democrazia comunale della sua città natale e a contatto con il pensiero di Pietro d'Abano e di Giovanni di Gianduno, Marsilio militò presto fra le schiere ghibelline, mentre nel suo pensiero si delineava una nuova dottrina politica dello Stato. Dopo una serrata offensiva contro il papato usurpatore dei diritti civili, Marsilio elaborò una teoria laica e moderna dello Stato, il cui potere fosse universale e regolativo dell'estensione di quello della Chiesa stessa: ferme restando le leggi divine e quelle naturali, per quelle dipendenti dalla volontà umana il potere di legiferare appartiene alla comunità civile, essendo essa stessa arbitra del modo in cui organizzare la propria convivenza sociale. Ne consegue che la gerarchia ecclesiastica deve essere separata dalla ecclesia fidelium, perché in realtà viene a identificarsi con gli stessi membri della società civile, che già si amministra con leggi proprie; per quanto attiene all'amministrazione delle cose strettamente religiose sarà sufficiente un legislator fidelis con potere di legiferare nel suo campo, senza inferenze in quello civile. In pratica alla gerarchia ecclesiastica era tolto tutto quel vasto campo che formava allora materia del contendere con l'autorità civile. In seguito però Marsilio ammise la necessità di un'unità della società dei fedeli mettendola sotto l'autorità del concilio. Altre opere: De jurisdictione imperatoris in causis matrimonialibus (1341-42), Defensor minor (1342), De translatione imperii.

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