raskolniki
sm. pl. russo (da raskol, scissione). Nome comune alle più antiche sette scismatiche della Chiesa russo-ortodossa, originate in gran parte sia dal malcontento popolare per l'asservimento della Chiesa allo Stato, sia dalla reazione al formalismo eccessivo della Chiesa ortodossa. La più importante di tali sette è quella degli starovieri, cioè “vecchi fedeli”, sorta nella seconda metà del sec. XVII allorché il patriarca Nikon (1652-58) in vari sinodi tenuti a Mosca (1654-56) propugnò la riforma dei libri liturgici e dei costumi ecclesiastici, ormai in parte decaduti. Alcuni fedeli considerarono tale riforma falsa ed eretica, per cui ne derivò una scissione. Lo zar Alessio sostenne Nikon ed emanò sanzioni severissime che causarono manifestazioni e sommosse specialmente dopo la morte dello zar Fëdor III (1682): la dissidenza religiosa infatti fu presa a pretesto anche da parte di molti avversari politici. All'inizio del regno di Pietro il Grande i raskolniki si allearono agli strelizzi per tentare di far abrogare le riforme del patriarca Nikon. Ma le continue persecuzioni li costrinsero a frantumarsi in diverse sette, tra cui quella dei popovtzy (sacerdotali) e dei bezpopovtzy (senza sacerdoti, sostituiti da seniori), e a trovare rifugio in Siberia, in Polonia, in Ucraina e nelle regioni del basso Volga.