Prokopovič, Feofan
teologo, uomo politico e scrittore russo (Kijev 1681-Novgorod 1736). Ecclesiastico ortodosso formatosi nell'Accademia ecclesiastica di Kijev, nel 1698 aderì al cattolicesimo e si recò a Roma per continuare gli studi di teologia. Rientrato in patria, riabbracciò l'antica fede (ca. 1704) e, dopo aver insegnato per alcuni anni (1707-11) poetica, retorica e teologia all'Accademia di Kijev ed esserne stato anche rettore (dal 1711), fu chiamato a Pietroburgo (1716), come predicatore e pubblicista, da Pietro il Grande. Fu quindi nominato vescovo di Pskov (1718) e divenne il principale consigliere e collaboratore dello zar nell'opera di riforma diretta a subordinare la Chiesa russa allo Stato. Entrò così in aspra polemica con un altro ecclesiastico, Stepan Javorskij, sostenitore della tradizione e quindi ostile alla modernizzazione e all'europeizzazione della Russia. Prokopovic elaborò, per ordine di Pietro I, il Regolamento ecclesiastico (1719-20) che sostituì il Patriarcato di Mosca con il Sinodo, di cui egli divenne il membro principale. Come tale diede grande impulso all'istruzione ecclesiastica. Nel 1725 divenne arcivescovo di Novgorod. Come teologo Prokopovic, che è considerato il fondatore della teologia sistematica russa, separò la teologia dogmatica da quella morale; inoltre rinvigorì la tradizione ecclesiastica con l'apporto di elementi protestanti. Ingegno singolare e in possesso di una cultura eccezionale, Prokopovic è autore di diversi trattati teologici in latino, di De arte poetica e De arte rethorica; di sermoni e discorsi esaltanti le riforme di Pietro il Grande; di un poema, di versi patriottici e lirici (in polacco, latino e russo) e della “tragedocommedia” Vladimir, scritta secondo i canoni del classicismo per uno spettacolo scolastico all'Accademia ecclesiastica, ma con un notevole tono satirico, insolito nel teatro scolastico e tanto più notevole in quanto Prokopovic vi fa la parodia proprio del mondo ecclesiastico al quale apparteneva. Ma il suo capolavoro è il Regolamento ecclesiastico, che non è solo un'opera giuridica, ma anche un'opera letteraria di rilievo per la suggestiva pittura dei costumi del tempo.