radiomòbile
sf. [sec. XX; radio-+mobile (aggettivo)]. Servizio e impianti relativi che consentono a un ricetrasmettitore mobile, spesso di tipo portatile, radiocollegamenti diretti con una centrale operativa o con altri operatori in radiomobile, oppure l'inserzione via radio sulla rete telefonica da un qualsiasi punto del percorso con la possibilità di ricevere pure la chiamata della rete telefonica stessa. I servizi radiomobili si identificano in moltissime accezioni con i servizi di telefonia mobile (cellulare o satellitare). In altri casi si riferiscono invece al collegamento di operatori mobili con proprie centrali operative. In questo senso le le radiocomunicazioni in radiomobile hanno assunto grande importanza e diffusione per molte attività per le quali è necessario e spesso indispensabile che l'operatore resti in contatto, per il migliore espletamento del proprio lavoro, con la propria base operativa (come nel caso per esempio del servizio di radiotaxi). Così avviene per la gestione del traffico, sia navale sia aereo e terrestre, come pure in tutte le operazioni di polizia e sorveglianza sia pubbliche sia private, nonché nei cantieri, magazzini, depositi, ecc. In tutte queste attività e altre ancora, i radiocollegamenti in radiomobile permettono di snellire e semplificare il lavoro con interventi efficienti e tempestivi che comportano spesso una notevole riduzione di personale. Gli apparati ricetrasmittenti portatili sono realizzati con ridotto ingombro e peso e con alimentazione autonoma a pile o batterie ricaricabili. Essi, anche per contenere l'ingombro dell'antenna, operano nelle bande VHF e UHF con modulazione di frequenza (FM), per difendersi dai disturbi dovuti agli impianti industriali o ai circuiti di accensione delle auto. Molto spesso i mezzi per radiomobile sono serviti da ponti radio ripetitori che, in posizione sopraelevata, permettono di coprire forti distanze superando gli ostacoli che si frappongono alla propagazione delle radioonde. L'avvento dei microelaboratori nella circuitistica elettronica ha permesso inoltre la scelta a piacere del canale di lavoro dei ricetrasmettitori che operano così con frequenze sintetizzate in base alle informazioni che l'operatore introduce nell'apparato con una tastiera numerica; l'impostazione della frequenza di lavoro viene controllata con le cifre che compaiono su di un visore digitale. È pure possibile impostare semplicemente il numero con cui viene designato, in campo internazionale, il canale radio per ottenere le relative frequenze di lavoro in ricezione e trasmissione: accorgimento, quest'ultimo, molto utile, per esempio, per i 56 canali della banda VHF radiomarittima.