ràdio o radium
Indicesm. [sec. XIX; dal latino scientifico radium, dal classico radíus, raggio]. Elemento chimico della famiglia dei metalli alcalino-terrosi, di simbolo Ra, numero atomico 88 e peso atomico 226,05. Il radio, di cui si conoscono 13 isotopi (4 naturali e 9 artificiali), in natura è presente nei minerali di uranio nel rapporto di 0,3 g per tonnellata, e appunto dalla pechblenda fu separato per la prima volta, sotto forma di bromuro, dai coniugi Curie nel 1898; il radio metallico fu ottenuto da M. Curie nel 1910. È un elemento fortemente radioattivo, con un periodo di dimezzamento pari a 1620 anni: l'attività di 1 g di radio puro è stata assunta quale unità nella misura delle attività delle sostanze radioattive (vedi curie). Dal punto di vista chimico, le proprietà del radio rientrano tra quelle generali dei metalli alcalino-terrosi e sono in particolare simili a quelle dell'elemento di questa serie che gli è più vicino per il peso atomico, ossia il bario. Allo stato di elemento libero il radio si presenta come un metallo bianco, tenero e di peso specifico 5; fonde a 960 ºC e, come il bario, reagisce violentemente con l'acqua liberando idrogeno e trasformandosi nell'idrossido Ra(OH)₂. Nei suoi composti si comporta sempre come bivalente: il suo sale più comune, il bromuro RaBr₂, è solubile in acqua, mentre sono insolubili il carbonato e il solfato. Per alcuni decenni il radio è stato largamente usato nella radioterapia dei tumori; successivamente è stato in gran parte sostituito da isotopi radioattivi di altri elementi prodotti artificialmente nei reattori nucleari, in particolare dal radiocobalto. § Numerosi organismi internazionali, governativi o privati, hanno elaborato norme o raccomandazioni in materia di protezione delle popolazioni dalle radiazioni ionizzanti. Fra le grandi istituzioni internazionali che si occupano di questa materia sono da ricordare le Nazioni Unite (ONU), con il loro Comitato scientifico per lo studio degli effetti delle radiazioni atomiche, e i suoi istituti specializzati, come l'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (IAEA), l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO). In Europa operano nel settore nucleare due importanti organismi: l'EURATOM e l'Agenzia Europea per l'Energia Nucleare (AEEM).
Bibliografia
G. Dupuy, Radium et radioactivité, Parigi, 1941; I. Joliot-Curie, Les Radioéléments naturels, Parigi, 1946; K. W. Bagnall, Chemistry, of the Rare Radioelements, Londra, 1957; G. B. Cook, J. F. Duncan, Modern Radiochemical Practice, Oxford, 1958; V. O. Bukler, Y. I. Rabinovič, Assembly of Radio and Allied Electronic Equipment, Gerusalemme, 1963; G. Friedlander, J. W. Kennedy, Chimica nucleare e radiochimica, Milano, 1965; G. Dupuy, Radioactivité et énergie nucléaire, Parigi, 1968; B. Haeckel, S. Berry, Radium, Filadelfia, 1985.