ràdica
sf. (pl. -che) [sec. XV; latino volg. *radica, dal classico radix-īcis, radice]. Formazione legnosa a struttura irregolare, per lo più presente nella porzione basale del fusto o nelle radici, ma anche in altre parti del fusto. In tali zone le fibre legnose non hanno disposizione rettilinea e non sono parallele alla direzione assiale, ma più o meno contorte e attorcigliate, sia a causa dell'aggrovigliarsi delle radici, sia per altre ragioni, come per esempio reiterate potature, distorsioni provocate dalla presenza di massi, rocce, ecc. Questa struttura fa sì che il legno di radica in sezione presenti un aspetto variegato, con marezzature e chiaroscuri sovente di bellissimo aspetto, per cui se esso è compatto e privo di cavità, di fessurazioni e di altri difetti, che ne pregiudicano la lavorazione, costituisce spesso un materiale di pregio, utilizzato per impiallacciature, intarsi, ebanisteria, fabbricazione di pipe, ecc. Le specie legnose di cui più frequentemente si usa la radica sono il noce, l'olmo, l'acero, il frassino, la betulla, il pioppo nero e l'erica, oltre a molte specie tropicali.