pretura
Indicesf. [sec. XVI; dal latino praetūra, da praetor-ōris, pretore].
1) Nell'ordinamento italiano, l'ufficio giudiziario che era composto da magistrati con funzione di pretore ed era competente per le materie previste dalla legge in una determinata circoscrizione chiamata mandamento; anche il palazzo dove il pretore esercitava la sua giurisdizione. Con una riforma ordinamentale e organizzativa che ha concentrato in un unico ufficio di primo grado le competenze già divise tra tribunale (organo che decideva in composizione prevalentemente collegiale) e pretura (giudice monocratico) si è cercato di superare l'eccessiva frammentazione dell'apparato giudiziario al fine di accrescerne l'efficacia, la funzionalità e l'efficienza. La legge 16 luglio 1997, n. 254, ha delegato il governo a ristrutturare gli uffici giudiziari di primo grado secondo il modello del giudice unico, da realizzare, tra l'altro, attraverso la soppressione dell'ufficio del pretore e con contestuale trasferimento delle competenze di tale giudice al tribunale. La delega è stata esercitata con l'approvazione del decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51, che ha soppresso l'ufficio del pretore, fatta salva l'attività necessaria per l'esaurimento degli affari pendenti. Le competenze e gli organici delle preture sono confluiti in quelli del tribunale.
2) Nell'antica Roma, la carica pubblica del pretore.