portaelicòtteri

agg. e sf. inv. [sec. XX; dall'impt. di portare+elicottero]. Nave da guerra derivata dall'incrociatore leggero o dal cacciatorpediniere pesante, in grado di trasportare elicotteri leggeri, per cui viene anche chiamata incrociatore o cacciatorpediniere portaelicotteri. La limitazione di impiego, cui è soggetto il mezzo ad ala rotante, non pone in conflitto la portaelicotteri con la portaerei, di cui anzi è un mezzo d'appoggio. Viene generalmente utilizzata nelle operazioni anfibie e nella caccia ai sommergibili. Le unità portaelicotteri non hanno una fisionomia precisa e conservano le caratteristiche del tipo da cui derivano. Rispetto alle navi da cui derivano hanno il ponte posteriore, e a volte parzialmente anche quello anteriore, attrezzato per il ricovero, sosta, atterraggio e involo degli elicotteri. Dotate di motori a turbina possono superare i 32 nodi; l'armamento è costituito da più cannoncini a tiro rapido da 76/62 mm, missili mare-mare e mare-aria, mitragliere e tubi lanciasiluri, nonché da sistemi antimissili e per la guerra elettronica; l'equipaggio varia da 500 a 800 uomini.

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