canòa

Indice

Lessico

sf. [sec. XV; dallo spagnolo canoa, risalente a una voce caribica].

1) Tipo di imbarcazione leggera un tempo usata dagli Arawak delle Antille; il nome è stato esteso a tutte le imbarcazioni analoghe diffuse soprattutto nell'America, fra gli Australiani e fra i pescatori fluviali e artici dell'Asia. Le canoe hanno forma allungata e stretta, con poppa e prora affilate: possono essere fatte con fasci di giunchi legati fra loro o con scorza d'albero piegata a fuoco oppure con un'ossatura di rami o di ossa di animali ricoperta di pelli (per esempio il kayak).

2) Imbarcazione sportiva o da diporto la cui forma ricorda o è analoga a quella originaria. Le canoe da diporto possono essere rigide o smontabili, in legno, plastica o tessuto gommato gonfiabile.

3) Valli a canoa, valli tettoniche che si rinvengono talora nelle regioni con struttura a pieghe, la cui conformazione a canoa deriva dal fatto che sono impostate in corrispondenza di depressioni assiali delle sinclinali.

Sport

La canoa per competizioni sportive si distingue dalle altre imbarcazioni per canottaggio in quanto è priva di scalmi e di sedili scorrevoli e adotta remi a pagaia (semplice e doppia), cosicché la propulsione si ottiene con la forza delle sole braccia "Vedi tabella vol. V, pag. 344" . "Per la tabella vedi il lemma del 5° volume." Due i prototipi ammessi alle gare: la canadese, a 1 o 2 posti, derivata dalla canoa usata dagli Indiani del Canada, propulsa da pagaia a una pala e sulla quale si sta in ginocchio (sigla C); il kayak , a 1, 2, 4 posti, simile ai modelli eschimesi e propulso da pagaia a due pale contrapposte e sul quale si sta seduti (sigla K). Le canoe vengono divise in categorie a seconda delle caratteristiche. Le gare di canoa fluviale sono di tre tipi: di discesa, di discesa sprint, di slalom, sia maschili sia femminili. Sono disputate tanto con i kayak, quanto con le canadesi. Le gare di discesa hanno lo scopo di dimostrare la capacità di controllo sull'imbarcazione in acque correnti, mentre si supera un percorso prestabilito nel minor tempo possibile. Il percorso ha una lunghezza compresa tra 3 e 4,5 km e deve essere completamente navigabile, ossia deve sempre offrire un passaggio che consenta all'imbarcazione di proseguire senza toccare il fondo. Le partenze avvengono da fermo, con l'imbarcazione tenuta in posizione da un assistente del giudice di partenza. Gli equipaggi partono secondo le categorie (Master, Senior, Junior, Ragazzi, Cadetti e Allievi), con precedenza per quelle più veloci; nelle gare individuali gli intervalli tra una partenza e l'altra sono di almeno 30 secondi, mentre nelle gare a squadre salgono ad almeno un minuto. Il tempo di una prova viene calcolato tra il momento in cui il corpo del concorrente attraversa la linea di partenza e quello in cui attraversa quella di arrivo (nella C 2 vale il primo corpo che attraversa la linea). Nelle gare a squadre il tempo viene preso tra la partenza della prima imbarcazione e l'arrivo dell'ultima. Nelle gare di discesa sprint (riservate alle categorie Senior, Junior e Ragazzi) si disputano due prove lungo lo stesso percorso, di lunghezza compresa tra un minimo di 500 e un massimo di 1000 m. Il risultato finale è determinato dalla somma dei tempi delle due prove. Le gare di slalom consistono nell'effettuare nel minor tempo possibile, evitando di incorrere in penalizzazioni, un percorso tracciato lungo acque vive, delimitato da porte. Il percorso, lungo da un minimo di 300 m a un massimo di 600 m, deve essere navigabile lungo tutto il tracciato, con presenza di ostacoli naturali e/o artificiali sempre superabili, e deve offrire, per i pagaiatori di C 1, uguali condizioni sia a sinistra sia a destra. Lungo il tracciato sono disposte da 20 a 25 porte, almeno 6 delle quali da affrontare controcorrente; l'ultima porta deve trovarsi ad almeno 25 m dalla linea di arrivo. La competizione di slalom si articola in due prove e per la classifica finale si tiene conto del migliore risultato ottenuto fra le due. Le porte dislocate lungo il percorso sono formate da due aste sospese, tinte con cinque strisce bianche e cinque verdi per le porte in discesa, rosse e bianche per quelle in risalita, con la striscia inferiore sempre bianca. L'estremità inferiore dell'asta deve trovarsi a circa 15 cm dal livello dell'acqua e non risentire minimamente della turbolenza dell'acqua. Le porte vanno superate secondo l'ordine numerico e nel verso stabilito e indicato sui pannelli che numerano le porte stesse. Il passaggio corretto, senza errori, di una porta non comporta penalità, mentre in caso di passaggio corretto, ma con urto anche ripetuto di 1 o 2 paline, viene decretata una penalità di 5 punti. La penalità è di 50 punti in caso di passaggio non corretto (passaggio in senso sbagliato, passaggio attraverso la linea di porta del corpo del concorrente in posizione capovolta) o di mancato passaggio di una porta. Per il calcolo definitivo dei risultati si utilizza la formula: tempo della corsa trasformato in secondi più penalizzazioni inflitte; così, per esempio, se un concorrente ha impiegato un tempo di 2 minuti 10 secondi e 7 decimi, totalizzando 60 punti di penalità, il suo risultato è 130,7 + 60 = 190,7. § Alle Olimpiadi vengono disputate gare di velocità sui 500 m per K 1 e K 2 sia uomini sia donne, per K 4 donne e per C 1 e C 2 uomini, sui 1000 m per K 1, K 2 e K 4, C 1 e C 2 uomini, e gare di slalom per K 1, K 2 e C 2 uomini e K 1 donne. Nelle Olimpiadi di Atlanta (1996), i canoisti italiani hanno raggiunto i risultati migliori mai ottenuti vincendo due medaglie d'oro con A. Rossi nel K 1 500 e con lo stesso Rossi coadiuvato da Daniele Scarpa nel K 2 1000, due medaglie d'argento, con Beniamino Bonomi nel K 1 1000 e con lo stesso Bonomi e Daniele Scarpa nel K 2 500, nonché una medaglia di bronzo con Josefa Idem nel K 1 500. Nell'estate del 1995, gli italiani Antonio Rossi e Daniele Scarpa hanno vinto il titolo mondiale di canoa sui mille metri di velocità a Duisburg (Germania), rinnovando così, dopo 18 anni, i successi azzurri di Oreste Perri, quattro volte campione mondiale di canoa e due volte quarto alle Olimpiadi del 1972 (K 4) e del 1976 (K 1 1000), commissario tecnico della squadra azzurra dal 1988. Ottimi anche i risultati ai Mondiali del 1996 con Josefa Idem che ha conquistato tre medaglie in altrettante prove individuali – K 1 1000 (oro), K 1 200 (argento) e K 1 500 (bronzo) – e Antonio Rossi, vincitore di una medaglia d'oro (K 2 1000, in coppia con Luca Negri) e di una d'argento (K 4 200, insieme con lo stesso Negri, Beniamino Bonomi e Ivano Lussignoli). Idem si è confermata anche nel 1999, conquistando tre medaglie d'oro (K 1 200, 500 e 1000) agli Europei di Zagabria. Alle Olimpiadi di Atene del 2004 Rossi e Bonomi hanno vinto un argento nel K2 1000, e la Idem ha conquistato un argento nel K1 500. § Diffuso particolarmente nei Paesi scandinavi e dell'Europa orientale, lo sport della canoa ebbe origine dalle imprese dello scozzese John MacGregor che nel 1865 compì in canoa un lungo raid su fiumi e laghi d'Europa e lo descrisse in un libro il cui successo promosse la costituzione (1866) del britannico Royal Canoa Club of England, il quale per lungo tempo rimase l'unica importante organizzazione canoistica. L'International Canoa Federation (ICF) sorse infatti solo nel 1920. Dal 1983 in Italia la Federazione Italiana Canoa e Kayak (FICK) opera autonomamente dalla FIC (Federazione Italiana di Canottaggio), che in precedenza curava e disciplinava la pratica agonistica della canoa. "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '97 p 382, Libro dell'Anno '99 pp 395-396, 435 e tabella su Libro dell'Anno 2000 p 435" "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '97 p 382, Libro dell'Anno '99 pp 395-396, 435 e tabella su Libro dell'Anno 2000 p 435" .

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