cacciatorpedinière
sm. [sec. XIX; impt. di cacciare+torpediniere]. Tipo di nave da guerra impiegato quale unità da combattimento, scorta e per la lotta antisommergibile. Originariamente ideati per la caccia alle torpediniere (1893) con dislocamento limitato a 200-300 t, già nella II guerra mondiale i cacciatorpedinieri divennero unità sottili di squadra con funzioni di silurante e di scorta ai convogli, raggiungendo un dislocamento fino a 3000 t. Attualmente le loro funzioni sono molto simili a quelle dei vecchi incrociatori leggeri dei quali hanno ormai il dislocamento (tra 4000 e 8000 t) e l'impiego tattico e strategico: azioni indipendenti in acque lontane contro unità o traffico nemici, attacchi contro installazioni costiere (cacciatorpedinieri d'attacco e lanciamissili); funzioni di scorta a convogli, formazioni navali, a portaerei (cacciatorpedinieri conduttori); di lotta antisommergibile e di protezione antiaerea. Allo scopo, l'unità è munita di un apparato motore potente e flessibile che consente velocità superiori ai 35 nodi con una autonomia oltre le 4000 miglia; la lunghezza massima di 160 m in rapporto alla ridotta larghezza (16 m) e la minima immersione a pieno carico (5 m) rendono il cacciatorpediniere estremamente manovriero. L'armamento è costituito da un massimo di 4-6 cannoni di piccolo calibro a funzionamento automatico, ma soprattutto da sistemi missilistici che, a seconda delle funzioni, possono essere mare-terra, mare-mare, mare-aria; lanciasiluri antisommergibili e mitragliere completano la potenza offensiva. La propulsione è assicurata da turbine a gas o a vapore; le dotazioni di telecomunicazione con collegamenti via satellite, i sistemi di avvistamento e di protezione sono numerosi e altamente sofisticati. Infine, i cacciatorpedinieri sono di norma attrezzati con piattaforme portaelicotteri per uno o due veicoli, mentre l'equipaggio varia da 300 a 450 unità.