pittorésco
Indice
Lessico
agg. (pl. m. -chi) [sec. XVII; da pittore].
1) Caratterizzato da colori, scene, aspetti particolarmente vivaci e interessanti, riferito a paesaggi, vedute od oggetti in genere: vallata pittoresca; costume regionale molto pittoresco. Anche come sm.: ricerca del pittoresco. Fig., espressivo, vivacemente rappresentativo: esprimersi con un linguaggio pittoresco.
2) Ant., pittorico.
Arte
Nel linguaggio della critica d'arte il termine è stato usato con diversi significati dal sec. XVII a oggi. Esso comparve in ambiente veneto per indicare ciò che è “proprio della pittura e dei pittori” (come nella Carta del navegar pitoresco di M. Boschini, 1660), con riferimento tanto all'ispirazione libera e geniale dell'artista quanto allo stile rapido e immediato, che ha per fine l'effetto d'insieme, basato sui toni e sul colore (anziché sul disegno) che definisce forma e luce. Intorno alla metà del sec. XVIII, soprattutto presso i teorici inglesi, il termine venne usato per indicare quelle rappresentazioni della natura che prediligevano le forme selvagge e inconsuete, spontanee e perciò suggestive, oppure frammentarie (rocce, arbusti, rovine architettoniche, mulini, ecc.), in netta opposizione all'“ordine” proprio del gusto classico. Negli scritti di Burke, di Price, di Payne Knight il pittoresco, in maniera complessa e talvolta ambigua, fu assunto quale categoria estetica fino a identificarsi col “bello” in senso assoluto per le sue caratteristiche di libertà e di “naturalità”. Il gusto del pittoresco, oltre a esercitare un'influenza fondamentale sulla nascita dell'estetica romantica, fu portatore di una notevole carica rivoluzionaria per la pittura moderna, indirizzando all'osservazione diretta ed emotiva della natura e alla sua resa pittorica in termini di luce e di colore. In Inghilterra il pittoresco influenzò in parte l'opera di Gainsborough, Hogarth e Constable e trovò anche un'applicazione pratica nella sistemazione di parchi e giardini, nei quali vennero introdotti ruderi artificiali, tempietti, ecc. Sul continente il gusto del pittoresco fu accolto dagli autori di “capricci” e di “rovine” (H. Robert, Guardi, i Ricci, ecc.). Nell'Ottocento il termine venne adattato a numerosi aspetti dell'arte romantica, specialmente a temi folcloristici ed esotici (Géricault, Delacroix), ma più tardi assunse un valore negativo identificandosi con la pittura di facile effetto.
W. J. Hipple Jr., The Beautiful, The Sublime and The Pictoresque in Eighteen Century British Aesthetic Theory, Carbondale, 1957; C. Hussey, L. Salerno, Pittoresco, in “Enciclopedia Universale dell'Arte”, Novara, 1984.