Price, Henry Habberley
filosofo inglese (Neath, Galles, 1899-1974). Formatosi alla scuola di Oxford e influenzato particolarmente da Cook Wilson, criticò da un punto di vista “fenomenologico” la tesi russelliana che una cosa sia una classe di dati sensibili simili: le “famiglie” di dati convergono infatti verso oggetti fisici, ma non li esauriscono, e in esse noi comprendiamo sia i dati sia l'oggetto. Infatti le sue due opere principali, Perception (1932) e Thinking and Experience (1954), che vanno considerate come un dittico, si muovono intorno a questo argomento. Nella prima, Price elimina tutte le teorie sul rapporto fra sensazione e oggetto materiale e, in particolare, si oppone alla concezione che afferma una relazione causale fra mondo sensibile e mondo mentale. Egli sostiene che le sensazioni non appartengono direttamente all'oggetto fisico, ma sono strettamente in rapporto fra loro, in modo da formare una classe convergente su un elemento standard. Il secondo scritto ruota intorno alla questione riguardante non il perché certi oggetti siano di una certa specie, bensì il perché noi li pensiamo in un determinato modo. Price si sforza, dunque, di descrivere cosa accade nella mente quando elabora un concetto.