pentòso

sm. [sec. XX; da penta-+-òso]. Carboidrato appartenente al gruppo dei monosaccaridi, di formula C5H₁0O5. Secondo che presentino un gruppo aldeidico oppure un gruppo chetonico, i pentosi si dividono in aldopentosi e chetopentosi. Tra gli aldopentosi, quelli della serie cosiddetta D, che si rinvengono in natura liberi o più spesso combinati in molecole più complesse, sono il D-lixosio, il D-xilosio, il D-arabinosio e il D-ribosio; più comune del D-arabinosio è però in natura il suo antipodo L-arabinosio. Allo stato libero i pentosi sono presenti negli organismi viventi in quantità generalmente minime e non rivestono d'altra parte importanza tecnica; tutti entrano invece nella costituzione dei vari pentosani vegetali; il D-ribosio inoltre rappresenta un costituente tipico degli acidi ribonucleici (RNA). I chetopentosi si indicano con nomi che derivano da quelli dei corrispondenti aldopentosi per introduzione del suffisso -ulosio: ribulosio, xilulosio, ecc.; di essi, il D-xilulosio, detto anche D-treo-pentulosio o D-lixulosio, e il D-ribulosio, detto anche D-eritro-pentulosio o D-arabinulosio, intervengono, coniugati con l'acido fosforico, come intermedi nella fotosintesi clorofilliana e nei processi del metabolismo glicidico. § In biochimica, la via dei pentosi rappresenta una forma particolare di degradazione metabolica degli zuccheri che assume importanza specie a livello della ghiandola mammaria e della corteccia surrenale.

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