pelòbate
sm. [sec. XIX; dal greco pēlós, fango+-bátēs, dal tema di baínō, camminare]. Anfibio Anuro (genere Pelobates) della famiglia dei Pelobatidi. Il genere annovera 4 specie: Pelobates cultripes della Francia meridionale e della Penisola Iberica, Pelobates syriacus diffuso nei Balcani e nell'Asia sudoccidentale, Pelobates varaldii del Marocco e infine Pelobates fuscus, presente dalla Francia nordorientale agli Urali e dalla Svezia meridionale all'Italia settentrionale, nella Pianura Padana, con la sottospecie Pelobates fuscus insubricus (pelobate fosco italiano). Quest'ultimo è un piccolo rospo dalla colorazione variabile da verde a giallo a marrone, dal corpo tondeggiante, munito di un'escrescenza cornea semilunare sulle zampe posteriori che lo rende capace di scavare molto rapidamente nel terreno, dove si sprofonda durante il giorno. È una specie che predilige le località di bassa e media quota e terreni soffici, sabbiosi o ricchi in humus. Ha abitudini notturne a eccezione del periodo degli amori (da marzo a luglio) in cui si muove anche in pieno giorno. In autunno e in inverno resta in quiescenza (uno stato di inattività protratta) seppellito nel fango, in posizione verticale con la testa verso l'alto, anche a 1 m di profondità, per poi riemergere in primavera. L'amplesso, di tipo lombare, che avviene in acque ferme o a debole scorrimento, è molto lungo potendo durare da un minimo di due giorni a una settimana. Le sue larve sono proporzionalmente assai grandi (18 cm contro i 6 cm del maschio e i 9,5 cm della femmina adulti). Dimensioni ancora maggiori hanno le larve di Pelobates syriacus.