pónte (nave)
nelle costruzioni navali ogni struttura che ricopre o divide orizzontalmente in piani lo scafo di un'imbarcazione. Generalmente un ponte è costituito da elementi portanti trasversali (bagli) e longitudinali (anguille) e dal fasciame soprastante a essi; i due corsi di fasciame a murata (trincarini), di maggior spessore degli altri, contribuiscono alla robustezza longitudinale dello scafo e assicurano l'unione del ponte con il fasciame dei fianchi. La superficie dei ponti è quasi sempre gobba: nel senso trasversale si ha all'incirca una forma parabolica (la saetta del baglio, o bolzone, è ca. il 2% della relativa corda) che irrigidisce la struttura, aumenta la riserva di galleggiabilità e convoglia verso gli ombrinali l'acqua eventualmente presente sul ponte. Nel senso longitudinale si ha generalmente una curva insellata (cavallino diritto) o, qualche volta, inarcata (cavallino rovescio): tale curva è all'incirca costituita da due rami di parabola con punto in comune e tangente orizzontale in comune in corrispondenza della sezione maestra e sopraelevazione prodiera due o tre volte rispetto a quella poppiera. Il ponte completo resistente più alto è quello di coperta e quelli sottostanti, a partire dall'alto, assumono nelle navi militari le denominazioni di batteria e corridoio (primo corridoio, secondo corridoio, ecc.); nelle navi mercantili vengono indicati con le lettere dell'alfabeto. Se esistono altri ponti completi al di sopra del ponte di coperta, questo si chiama ponte principale; in tali casi si tratta però in genere di ponti di sovrastruttura che non contribuiscono alla robustezza longitudinale dello scafo (per esempio ponte di manovra, ponte di riparo, ponte tenda con ampie sfinestrature laterali, ponte di passeggiata, ponte delle imbarcazioni, ecc.). I ponti inferiori non continui, detti copertini, non hanno curvatura; il ponte più basso delle navi mercantili è detto generalmente stiva. In particolare si dicono: ponte di bordo libero, il ponte continuo più alto munito di mezzi di chiusura permanente su tutte le sue aperture e su quelle di murata; ponte di comando, la zona della nave posta su una sovrastruttura, in posizione elevata e possibilmente il più vicino possibile all'asse di girazione della nave, in cui sono sistemati gli strumenti e i comandi per la condotta della nave (sulle navi militari è detto plancia); ponte di stazza, quello che delimita superiormente, a meno di alcune correzioni, il volume della nave costituente la stazza lorda. § Nelle portaerei, ponte di volo, quello superiore, completamente sgombro, salvo una stretta sovrastruttura sulla dritta (isola). Si divide in tre parti: la poppiera per le operazioni di appontaggio degli aerei, munita di cavi di frenaggio e barriere di sicurezza per arrestare, se necessario, la corsa dell'aereo; la centrale per il parcheggio degli aerei in attesa di decollo; la prodiera per il decollo libero o accelerato (con catapulte) degli aerei. Nelle portaerei moderne, il ponte di volo è generalmente angolato di ca. 10º÷14º rispetto al piano longitudinale di simmetria della nave per ottenere maggior spazio di parcheggio e appontaggio e agevolare la manovra di un aereo costretto a risollevarsi per fallito appontaggio. Anche sulle navi dotate di elicotteri, la piattaforma destinata alle loro manovre è detta ponte di volo.