pàscolo
sm. [sec. XIV; latino pascŭum, da pascĕre, condurre al pascolo]. Prato naturale in cui le erbe non crescono abbastanza per giustificare l'onere della falciatura, per cui si utilizzano direttamente sul posto, facendole brucare dagli animali pascolanti: il pascolo era lontano; lasciare un terreno a pascolo, non falciar l'erba, in modo che vi possa pascolare il bestiame; per estensione, l'erba stessa che cresce sul terreno: l'altr'anno il pascolo è stato scarso; anche il pascolare: divieto di pascolo. Fig., dare in pascolo, offrire alla curiosità e alla maldicenza altrui: dar pascolo all'invidia, all'ambizione, alimentarla, darle via libera, incoraggiarla. § Generalmente i pascoli sono prati stabili, che solo eccezionalmente, in climi particolarmente aridi, vengono interrotti, a intervalli di una decina d'anni, con colture di cereali, in particolare frumento. Si distinguono pascoli asciutti e pascoli irrigui e, secondo la durata del periodo di sfruttamento, si hanno pascoli continui, quando la permanenza degli animali dura tutto l'anno, come in quelli inglesi o in quelli meridionali irrigui; pascoli estivi, nei quali la permanenza degli animali si limita alla stagione calda, come nei pascoli alpini; pascoli invernali, nei quali il bestiame viene mantenuto durante il periodo invernale, come in vari luoghi con estate calda e arida, dove la vegetazione si arresta in estate per riprendere in autunno. Inoltre, secondo la dislocazione dei pascoli, si hanno pascoli di montagna e pascoli di pianura: nei pascoli di montagna (alpini) esistono punti attrezzati (stazioni, malghe) che servono da ricovero per gli animali e per il personale che li accudisce e dove è possibile provvedere alla lavorazione del latte. All'alpeggio, in Italia, dove dura in genere 50-80 giorni, viene spesso inviato solo il bestiame giovane da riproduzione (manzette, manze, torelli di età non inferiore ai 6 mesi) che abbia necessità di cure particolari in quanto è utile, specialmente, per gli effetti benefici che l'aria ossigenata, la forte radiazione solare e le emanazioni radioattive hanno sulla circolazione sanguigna e sullo sviluppo osseo del bestiame. I pascoli di pianura, in Italia, sono per lo più collegati alle aziende di allevamento, essendo il bestiame molto di frequente allevato non in grandi mandrie ma da singoli conduttori con criteri del tutto individuali. Servono, dalla primavera all'autunno, per far muovere il bestiame, soprattutto quello da latte, e utilizzano piccoli appezzamenti prativi secondo un criterio di rotazione (spesso si effettuano turni di 2-3 settimane). § Pascolo abusivo, reato previsto dal Codice Penale e consistente nell'introduzione o abbandono di animali, anche non raccolti in gregge o in mandria, nel fondo altrui con lo scopo specifico di farli pascolare. La pena, prevista nella reclusione fino a un anno e nella multa, è aumentata fino al doppio qualora il fondo invaso venga danneggiato dagli animali.