nièllo
Redazione De Agostini
sm. [sec. XV; latino tardo nigellum, dal classico nigellus, nerastro]. Tecnica di oreficeria consistente nel riempire i solchi d'una lamina d'oro, d'argento o di bronzo incisa al bulino con un composto di colore scuro (detto anch'esso niello), reso fluido mediante riscaldamento, ottenuto fondendo argento (2%), piombo (14%), rame (10%), zolfo (72%) e cloruro d'ammonio (2%). Questa tecnica, già nota nell'antichità (famosi i pugnali e le coppe ageminate con niello, oro e argento, provenienti dalle tombe reali di Micene e Pilo, sec. XVI a. C.), fu poi praticata agli inizi del Medioevo dall'arte orientale e bizantina e fu portata a perfezione in Italia nel sec. XV, soprattutto da Maso Finiguerra.