nòcciolo

sm. [sec. XIV; latino nuclĕus, gheriglio, da nux nucis, noce].

1) Strato interno (endocarpo) dei frutti a drupa (pesca, ciliegia, ecc.). Consta di due valve legnose contrapposte, fortemente aderenti una all'altra, con superficie esterna più o meno corrugata o liscia, e racchiude uno o due semi a mandorla, poco aderenti alle pareti del nocciolo; con lo stesso nome si chiamano anche altri involucri legnosi, come per esempio il nocciolo del dattero, che però è costituito dal tegumento lignificato del seme.

2) Per estensione, il nucleo centrale di un congegno, di un sistema e simili: A) nella scienza delle costruzioni, nocciolo centrale di inerzia, luogo degli antipoli, rispetto all'ellisse centrale di inerzia, di tutte le rette tangenti al contorno della sezione. In un rettangolo, per esempio, corrisponde a un rombo centrale con diagonali pari a un terzo dei lati del rettangolo. La sua definizione, analitica o grafica, è importante al fine di stabilire la posizione del centro di pressione e quindi, per antipolarità, quella dell'asse neutro di un elemento strutturale. B) Nelle tecniche nucleari, parte centrale del reattore sede del materiale fissile.

3) Fig., aspetto essenziale, significato fondamentale: giungere al nocciolo della questione.