molinismo
sm. Dottrina teologica sui rapporti fra grazia e libero arbitrio proposta dal gesuita spagnolo Luis de Molina (1535-1600), secondo il quale in Dio la conoscenza della verità è presente in quanto: possibile, futura e dipendente dalla sua volontà, possibile e dipendente da una volontà creata (futuribili). Questi futuribili sono conosciuti da Dio “per scienza media”, fondata nell'essenza divina, ma in relazione all'atto libero della volontà creata. Tale atto della creatura però, pur essendo libero, non sfugge alla causalità divina, che lo premuove senza determinarlo (premozione fisica, non predeterminazione) e la volontà umana ricevendo questo impulso, in quanto capace di autodeterminazione, si muove a compiere l'atto. Determinante nell'opera di salvezza è quindi la volontà umana e a essa Dio concorre solo come codeterminante. Tale è pure il modo seguito dalla grazia attuale, che diventa efficace se accettata e seguita dall'atto della libera volontà umana; rimane puramente sufficiente se respinta. In seguito i molinisti si divisero in diverse interpretazioni: Roberto Bellarmino, assieme a F. Suarez e a J. Lugo, definì positiva la volontà divina nei confronti dei predestinati; L. Lessio, e con lui molti teologi moderni, invece afferma che in Dio non esiste nessuna volontà antecedente per tutti gli atti in qualsiasi modo dipendenti dalla libera volontà umana.