Molina, Luis de-
teologo gesuita spagnolo (Cuenca, Nuova Castiglia, 1535-Madrid 1600). Formatosi nell'Università di Coimbra, vi insegnò poi filosofia e in seguito fu professore di teologia presso l'Università di Évora e professore di morale presso quella di Madrid. Attorno alle tesi del suo libro Liberi arbitrii cum gratiae donis, divina praescientia, providentia, praedestinatione et reprobatione concordia (1588) si accese una controversia nella quale si rinnovò il secolare dibattito teologico sulla grazia e il suo rapporto con il libero arbitrio umano. Nella tesi di Molina si esprime un tentativo di conciliazione tra la grazia e la libera scelta, che concorrerebbero simultaneamente a determinare la salvezza dell'uomo: Molina distingue una grazia sufficiente, che è il fondamento necessario, dato da Dio, per la possibilità della salvezza, da una grazia efficace, che realizza tale possibilità solo con il consenso della volontà umana. In tal modo, la predestinazione divina viene condizionata dalla previsione dei meriti dell'uomo (praedestinatio post praevisa merita). La concezione di Molina, condivisa per lo più dai gesuiti, venne contestata soprattutto dai domenicani, che opponevano a essa un più rigoroso predestinazionismo, richiamandosi al pensiero di Tommaso d'Aquino. La controversia divenne oggetto d'interessamento dal 1594 di una commissione istituita appositamente da Clemente VIII per l'esame della posizione molinistica (Congregatio de auxiliis gratiae): Paolo V stabilì infine (1607) che le opposte tendenze non dovessero reciprocamente escludersi.