ministèro
IndiceLessico
Sm. [sec. XIV; dal latino ministeríum, da minister, servo].
1) Ufficio o incarico moralmente elevato, assunto per vocazione e prestato al servizio della collettività: adempiere, trascurare il proprio ministero, svolgere un ministero di pace, di giustizia. In senso più tecnico, magistratura statale, ufficio appartenente alla pubblica amministrazione e anche la persona che lo esercita: Pubblico Ministero, organo pubblico che rappresenta gli interessi di giustizia e che interviene sempre nei procedimenti penali e, a volte, nei procedimenti civili (vedi Pubblico Ministero). In particolare, ministero ecclesiale, funzione interna alla Chiesa in ordine alla celebrazione dei sacramenti e alla predicazione per cui è detto anche sacro o pastorale. Deriva dal ministero apostolico come istituto permanente, consegue la sua efficacia dal ministero di Cristo (Concilio Vaticano II, Presbyterorum ordinis, 1965) ed è conferito dall'autorità ecclesiastica (o ministero gerarchico), a individue persone capaci.
2) Ant., servizio, incarico in genere.
3) Massimo organismo amministrativo dello Stato per la direzione organica degli affari pubblici; gabinetto: formare, sciogliere un ministero. Anche ciascuno dei settori specifici, presieduto da un apposito ministro, in cui si divide l'amministrazione statale: il Ministero degli Interni, degli Affari Esteri; per estensione, il complesso degli uffici e degli edifici in cui ha sede tale organo esecutivo: recarsi al Ministerodella Salute.
Generalità
La Costituzione italiana (art. 95, 3º comma) attribuisce agli organi del potere legislativo il compito di determinare il numero, le attribuzioni e le organizzazioni dei ministeri. Fino al 1999 non era stataemanata una legge organica che regolasseil numero e le attribuzioni dei ministeri; ciò ha consentito, purtroppo, in occasione della formazione di governi di coalizione, di stabilire un numero di ministeri anche in relazione ai rapporti di forza intercorrenti tra i partiti facenti parte della coalizione. Con il decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 300, di riforma dell'organizzazione del Governo è stata data attuazione alla delega contenuta nella legge 15 marzo 1997, n. 59 (cosiddetta “legge Bassanini”). Il decreto delegato definisce il numero e le funzioni dei ministeri, quali risultano sia dalle operazioni di riordino sia dalle operazioni di razionalizzazione che sono state attuate mediante l'accorpamento e la fusione di strutture già esistenti o mediante il trasferimento di funzioni fino ad oggi frammentate; inoltre fissa le norme generali di organizzazione, l'articolazione di ciascun ministero, distinguendo quelli articolati in dipartimenti e quelli articolati in direzioni generali e istituisce le agenzie, che derivano, secondo le disposizioni della legge di delega, dalla soppressione o dall'accorpamento di strutture ministeriali e di altre strutture pubbliche. Con il riordino dei ministeri viene dunque ridisegnata l'intera struttura dello Stato: il numero dei dicasteri, inizialmente stabilito in dodici viene rideterminato in quattordici dal decreto legge 12 giugno 2001, n. 217; vengono istituiti due “super-ministeri”, quello dell'Economia e delle finanze e quello delle Attività produttive e gli altri vengono semplificati e razionalizzati. La complessa operazione di riorganizzazione ha reso indispensabile l'istituzione di una serie di “agenzie” per lo svolgimento delle attività a carattere tecnico-operativo.Ogni ministero possiede inoltre organi consultivi permanenti per fornire i pareri necessari alla soluzione dei vari problemi amministrativi. Sull'attività patrimoniale di tutti i ministeri esercita il suo controllo la Ragioneria generale dello Stato. In relazione all'attività che svolgono, i ministeri nel loro complesso possono essere divisi in: economici, difesa e affari esteri, ordine pubblico e giuridico, attività sociali e culturali.
Ministeri economici
È ministero economico il Ministero dell’Economia e delle Finanze, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di politica economica, finanziaria e di bilancio, programmazione degli investimenti pubblici, coordinamento della spesa pubblica e verifica dei suoi andamenti, politiche fiscali e sistema tributario, demanio e patrimonio statale, catasto e dogane, programmazione, coordinamento e verifica degli interventi per lo sviluppo economico, territoriale e settoriale e politiche di coesione. Al nuovo ministero sono trasferite, con le inerenti risorse, le funzioni dei vecchi ministeri del tesoro, bilancio e programmazione economica e delle finanze; il Ministero delle Attività Produttive, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di industria, artigianato, energia, commercio, fiere e mercati, turismo e industria alberghiera, miniere, cave e torbiere, acque minerali e termali, politiche per i consumatori, con eccezione dei prodotti agricoli e agroalimentari, commercio con l'estero e internazionalizzazione del sistema produttivo. Nel 2006 con il governo Prodi il Ministero delle Attività produttive perde le competenze sul turismo, che viene accorpato ai Beni culturali, e sul Commercio estero che viene accorpato alla Politiche comunitarie.
Difesa e affari esteri
Sono ministeri per la difesa e gli affari esteri: il Ministero della Difesa, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti in materia di difesa e sicurezza militare dello Stato, politica militare e partecipazione a missioni a supporto della pace, partecipazione ad organismi internazionali di settore, pianificazione generale e operativa delle forze armate e interforze, pianificazione relativa all'area industriale di interesse della difesa; il Ministero degli Affari Esteri, che svolge compiti in materia di rapporti politici, economici, sociali e culturali con l'estero; di rappresentanza, di coordinamento e di tutela degli interessi italiani in sede internazionale; di analisi, definizione e attuazione dell'azione italiana in materia di politica internazionale; di rapporti con gli altri stati con le organizzazioni internazionali; di stipulazione e di revisione dei trattati e delle convenzioni internazionali; di studio e di risoluzione delle questioni di diritto internazionale, nonché di contenzioso internazionale; di rappresentanza della posizione italiana in ordine all'attuazione delle disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune previste dal Trattato dell'Unione europea e di rapporti attinenti alle relazioni politiche ed economiche esterne dell'Unione europea; di cooperazione allo sviluppo; di emigrazione e tutela delle collettività italiane e dei lavoratori all'estero.
Ordine pubblico e giuridico
Riguardano l'ordine pubblico e giuridico: il Ministerodell’Interno, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di: garanzia della regolare costituzione e del funzionamento degli organi degli enti locali, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, difesa civile, politiche di protezione civile e prevenzione incendi (salve le specifiche competenze in materia del presidente del Consiglio dei Ministri), tutela dei diritti civili, cittadinanza, immigrazione, asilo e soccorso pubblico; il Ministero della Giustizia, che svolge funzioni e compiti in materia di: giustizia, attività giudiziaria ed esecuzione delle pene, rapporti con il consiglio superiore della magistratura, attribuzioni concernenti i magistrati ordinari, vigilanza sugli ordini professionali, archivi notarili e cooperazione internazionale in materia civile e penale. Il ministro custodisce il sigillo dello Stato.
Diritto: attività culturali e sociali
Riguardano le attività culturali e sociali: il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di istruzione scolastica ed istruzione superiore, di istruzione universitaria, di ricerca scientifica e tecnologica; il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che svolge funzioni e compiti spettanti allo Stato in materia di: identificazione delle linee fondamentali dell'assetto del territorio con riferimento alle reti infrastrutturali e al sistema delle città e delle aree metropolitane; reti infrastrutturali e opere di competenza statale; politiche urbane e dell'edilizia abitativa; opere marittime e infrastrutture idrauliche; trasporti e viabilità; il Ministero della Salute, cui è demandato il compito di tutelare la salute dei cittadini, anche nei luoghi di lavoro, e di coordinare il sistema sanitario nazionale, e al quale sono attribuite funzioni in materia di sanità veterinaria e di igiene e sicurezza degli alimenti; il Ministero delle Comunicazioni, con competenza in materia di poste, telecomunicazioni, reti multimediali, informatica, telematica, radiodiffusione sonora e televisiva, tecnologie innovative applicate al settore delle comunicazioni (ferme restando le competenze in materia di stampa ed editoria del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri e le competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni); il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al quale sono attribuiti compiti e funzioni in materia di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone, di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del sistema previdenziale; il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con competenze in materia di beni culturali e ambientali, spettacolo e sport (eccetto quelle attribuite ad altri ministeri o ad agenzie, e fatte salve le funzioni conferite alle regioni ed agli enti locali); il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela dell'ambiente e del territorio; identificazione delle linee fondamentali dell'assetto del territorio con riferimento ai valori naturali e ambientali; difesa del suolo e tutela delle acque; protezione della natura; gestione dei rifiuti, inquinamento e rischio ambientale; promozione di politiche di sviluppo sostenibile; risorse idriche; il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con competenze in materia di agricoltura e foreste, caccia e pesca.
Cenni storici
Sulla formazione dei ministeri negli Stati europei ebbe un'influenza determinante la Rivoluzione francese, che per prima mise ordine nella farraginosa amministrazione del vecchio regime monarchico, creando i vari ministeri e suddividendo le loro prerogative secondo la materia amministrativa che trattavano, dando facoltà al corpo legislativo di mutarne il numero e le attribuzioni (legge 27 aprile 1791). In origine solo cinque (Finanze, Esteri, Forze armate, Giustizia e Interni), i ministeri crebbero di numero, aumentando quindi le loro attribuzioni con l'estendersi dell'autorità dello Stato. In Italia la prima organizzazione dopo l'unità rimase quella del Regno sardo fino al 1877. Le prime innovazioni furono: la divisione del Ministero delle Finanze in Tesoro e Finanze; nel 1889 fu creato il Ministero delle Poste e dei Telegrafi; nel 1912 sorgeva il Ministero delle Colonie. Con l'avvento del fascismo furono istituiti i Ministero delle Corporazioni (1926), dell'Economia Nazionale (1929), della Cultura Popolare (1937). L'avvento della Repubblica vide numerosi cambiamenti e innovazioni: i tre ministeri militari (Esercito, Marina, Aviazione) furono fusi in quello della Difesa; il Ministero delle Corporazioni fu trasformato in quello dell'Industria, il Ministero dell'Educazione Nazionale divenne il Ministero della Pubblica Istruzione; il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell'Aviazione civile e quello della Marina Mercantile sono stati accorpati nel Ministero dei Trasporti e della Navigazione. Attraversoi referendum abrogativi la volontà popolare si è espressa per l'abolizione di alcuni ministeri che però, nella sostanza, hanno semplicemente cambiato nome: per esempio Ministero dell'Agricoltura e Foreste è stato sostituito da quello per le Risorse agricole, alimentari e forestali e poi da quello per le Politiche agricole e forestali. L'assenza di una legge organica che ne individuasse il numero e l'esatta denominazione ha fatto sì che, almeno fino alla riforma del 1999, non è stato possibile avere un quadro unitario della situazione.