microevoluzióne
sf. [micro-+evoluzione]. Processo evolutivo che comporta piccoli cambiamenti delle frequenze geniche all'interno delle popolazioni, la differenziazione di queste in razze e la formazione di nuove specie. Alcuni biologi evoluzionisti ritengono che la microevoluzione rappresenti una modalità di evoluzione distinta dalla macroevoluzione, alla quale pertanto la contrappongono, ma altri sono dell'avviso che ambedue i fenomeni possano essere spiegati con gli stessi meccanismi. Per questi ultimi studiosi la microevoluzione è soltanto lo studio dell'evoluzione al livello dei fenomeni di piccola entità e che avvengono in tempi relativamente brevi. Nella microevoluzione, infatti, i cambiamenti su piccola scala hanno progressivamente causato l'impossibilità di incrocio fra due gruppi originariamente uguali, mentre nella macroevoluzione la nascita di nuove specie, le variazioni climatiche e la conquista di nuovi territori avrebbero creato nuove, immense diramazioni e le estinzioni di massa avrebbero poi cancellato dei tasselli dell'intero percorso evolutivo. La microevoluzione può avvenire attraverso una mortalità differenziale, cioè una diversa proporzione di morti tra individui portatori di alleli diversi in un determinato gene (prima che questi raggiungano la maturità sessuale), oppure attraverso la fertilità differenziale, cioè una maggiore o minore capacità riproduttiva legata ai rituali di accoppiamento. Esempio del primo tipo di selezione può essere quello offerto dalle larve della farfalla Colias philodice, solitamente di colore verde. A volte compaiono delle larve azzurre che, poiché sono più visibili sull'erba (di cui si nutrono), vengono più facilmente avvistate e mangiate dai loro predatori, i passeri. Le larve verdi, quindi, sopravvivono in proporzione molto maggiore, subiscono la metamorfosi, diventano adulte e si riproducono, dando il loro contributo genetico in misura sicuramente preponderante rispetto agli individui portatori del colore azzurro. Al secondo tipo di selezione appartengono, per esempio, i rituali di accoppiamento di molte specie di foche, in cui i gruppi familiari sono composti da molte femmine e da un solo maschio. All'inizio della stagione degli amori i maschi si scontrano in combattimento; il perdente non viene ucciso, ma allontanato dal gruppo, e non può accoppiarsi: di fatto questo corrisponde alla perdita dei suoi geni dalla specie di appartenenza, e viene così definita la morte genetica.