meravìglia

(lett. maravìglia), sf. [sec. XIII; latino mirabilía, cose meravigliose (neutro pl. dell'agg. mirabílis, mirabile)].

1) Sentimento di sorpresa, di ammirazione per cosa nuova e inaspettata o di singolari qualità: destare, suscitare, provare meraviglia; essere preso da meraviglia; far meraviglia, stupire; tutto va a meraviglia, nel migliore dei modi, alla perfezione.

2) Per estensione, persona o cosa che suscita ammirazione, specialmente per la sua bellezza: è una meraviglia a vedersi; ha una casa che è una meraviglia; le sette meraviglie del mondo, le sette opere di architettura e scultura considerate dagli antichi come i maggiori monumenti; quindi: l'ottava meraviglia(del mondo), cosa bellissima, straordinaria (spesso ironicamente). Al pl., cose meravigliose, azioni che suscitano ammirazione e sorpresa: fare, raccontare meraviglie; dire meraviglie di qualcuno o di qualche cosa, tesserne lodi grandissime e per lo più esagerate. § L'elenco più antico delle sette meraviglie risale ad Antipatro di Sidone e contempla le mura di Babilonia, lo Zeus di Olimpia, i giardini pensili di Babilonia, il colosso di Rodi, il mausoleo di Alicarnasso, le piramidi d'Egitto, l'Artemision di Efeso. Numerose fonti di età romana e cristiana sostituiscono o aggiungono altri monumenti, come il palazzo di Ciro a Ecbatana, Tebe d'Egitto, il Campidoglio di Roma, il Colosseo, il tempio di Adriano a Cizico, ecc. Come ottave meraviglie sono ricordate anche S. Sofia di Costantinopoli e la città di Roma.