mastite
sf. [sec. XIX; da masto-+-ite]. Condizione flogistica della mammella a decorso acuto o cronico. La mastite acuta si verifica generalmente nelle prime settimane dell'allattamento (mastite puerperale) in seguito a penetrazione di germi attraverso ragadi del capezzolo e i condotti galattofori. Il processo può rimanere circoscritto (ascesso mammario o mastite purulenta o flemmonosa) o estendersi a tutto l'organo (mastite totale o panmastite). In ogni caso la mammella colpita presenta una tumefazione, circoscritta o diffusa, dolente; inoltre si ha febbre, linfadenite satellite, malessere generale, fuoruscita dal capezzolo di pus con il latte. Il decorso è lungo e ostacola l'allattamento. La terapia prevede la somministrazione di antibiotici e, in caso di raccolte purulente, il ricorso a un'incisione chirurgica con drenaggio. La mastite cronica è causata da germi piogeni e presenta una sintomatologia analoga alla precedente, senza però i caratteristici segni di acuzie. In veterinaria, colpisce soprattutto bovini e ovini nei quali è provocata da ritenzione lattea o da fattori infettivi.