magrézza
sf. [sec. XIV; da magro]. L'essere magro; in particolare, condizione organica, costituzionale o secondaria a diverse malattie, caratterizzata da diminuzione o scomparsa del tessuto adiposo e conseguente sensibile perdita di peso corporeo; anche fig.: la magrezza di un terreno, la sua scarsa fertilità. § Nelle magrezze costituzionali, in genere a carattere ereditario e familiare, prevalgono i processi catabolici, o una deficienza di questi ultimi, in dipendenza di lievi squilibri endocrini, che restano tuttavia contenuti entro limiti fisiologici. Le magrezze secondarie sono sostenute da disendocrinie della tiroide (morbo di Basedow), del pancreas (diabete), dell'ipofisi (morbo di Simmonds), delle surrenali (morbo di Addison), delle gonadi. Esistono poi magrezze dovute a malattie dell'apparato digerente (difetti di digestione o di assorbimento), a malattie cardiache e infettive, a neoplasie maligne (indotte sia dall'ipoalimentazione sia dall'aumentato catabolismo derivato dall'accrescimento tumorale), a condizioni ambientali sfavorevoli. Tra le cause psichiche di magrezza patologica primeggia l'anoressia mentale; non sono tuttavia rare anche altre condizioni, soprattutto le depressioni e le nevrosi con forte componente depressiva.