leishmaniòsi

sf. [sec. XX; dal nome del genere Leishmania+-osi]. Gruppo di malattie endemiche nel bacino del Mediterraneo, in America e in Oriente sostenute da protozoi (Leishmania) e trasmesse da pappataci. Le forme cliniche più importanti sono la leishmaniosi cutanea e la leishmaniosi viscerale che colpiscono sia l'uomo sia il cane. La leishmaniosi cutanea, detta anche bottone d'Aleppo o d'Oriente, dovuta a Leishmania tropica, è caratterizzata dalla comparsa di una macchia rossa nella zona della puntura dei pappataci in una parte scoperta della cute; la macchia si trasforma in papula e quindi in nodulo che si ulcera al centro, cicatrizzandosi in 1-2 anni. La leishmaniosi viscerale, o kala-azar, dovuta a Leishmania donovani, ha un inizio subdolo, con febbre irregolare, disturbi gastrointestinali, notevole e progressivo aumento volumetrico del fegato e della milza, stato anemico e leucopenia, eruzioni cutanee nodulari. Il decorso è cronico; la cura è a base di preparati antimoniali.

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