lamierino
sm. [da lamiera]. Semilavorato metallico prodotto in fogli e in rotoli con spessore inferiore a 3 mm. Secondo le norme UNI indica solo le lamiere di acciaio con spessore da.0,3 a 4 mm. Il lamierino può essere ottenuto mediante la sola laminazione a caldo per spessori superiori a 1,5 mm; per valori inferiori si opera la riduzione di sezione a freddo in appositi laminatoi. § Per la costruzione dei circuiti magnetici delle macchine elettriche si usano lamierini dello spessore di alcuni decimi di millimetro che, opportunamente sovrapposti, costituiscono i cosiddetti “pacchi lamiere”. Il materiale di cui sono costituiti è ferro, contenente silicio fino al 4,5%. La presenza del silicio limita fortemente le perdite per correnti di Foucault e ha un effetto stabilizzante nei riguardi delle caratteristiche magnetiche del materiale, per cui tali lamierini vengono detti “magnetici”. È molto diffuso l'impiego di lamierini magnetici a cristalli orientati, nei quali si ottiene un aumento della permeabilità magnetica secondo una direzione preferenziale con un ciclo speciale di laminazione, in parte a caldo e in parte a freddo, e un opportuno trattamento termico. Ciò permette di costruire macchine che operano con valori elevati di induzione magnetica (oltre 2 Weber/m²) e che presentano, oltre che minori dimensioni, minori perdite di quelle analoghe costruite con lamierino comune. In applicazioni particolari come amplificatori magnetici, trasformatori in alta frequenza, induttanze per filtri, ecc., il circuito magnetico viene realizzato con lamierino amorfo. Tale lamierino, composto da una lega di ferro-nichel-cobalto, presenta buone caratteristiche magnetiche e una resistività elettrica molto alta, ottenuta con un processo di raffreddamento repentino della lega. L'elevata resistività elettrica limita le perdite dovute alle correnti parassite e consente l'impiego del lamierino amorfo in circuiti magnetici a elevate frequenze.