jihād o gihād

s. arabo usato in italiano come sf. (propr. combattimento, lotta). Nel Corano indica innanzitutto lo “sforzo”, la guerra che il musulmano combatte dentro di sé, contro i suoi istinti più materiali e le tentazioni di una vita pagana, senza fede, anche se è poi prevalso il significato  “guerra santa”, con cui è tradotto anche in Occidente, e che ha portato a intendere il termine come lotta contro gli infedeli alla quale sono chiamati tutti i seguaci dell'Islam in base alla legge coranica: la partecipazione alla jihād contro i crociati garantiva ai musulmani l’accesso al Paradiso. La jihād non è uno dei pilastri dell’Islam (come la professione di fede, la preghiera, l’elemosina, il pellegrinaggio e il digiuno durante il Ramadan), ma un dovere prescritto da Dio attraverso il suo Profeta. L’accezione più aggressiva del termine, fatta propria dal fondamentalismo islamico, deriva dall’interpretazione di alcune sure del Corano associate a diverse ḥadīth (narrazioni che riferiscono il pensiero e l’insegnamento di Maometto). § Per estensione, nel linguaggio pubblicistico, nome di alcune formazioni di integralisti islamici che, spinti da motivazioni religiose o politiche, compiono atti di terrorismo e mantengono posizioni favorevoli all'uso della lotta armata contro i nemici della causa musulmana: l’attentato viene attribuito all’attività della jihād. In particolare la Jihād Islamica (Ḥarakat al-Jihād al-Islamī al-Filastinī) è un organizzazione integralista islamica palestinese fondata nel 1979 a Gaza, da militanti palestinesi appartenenti ai Fratelli Musulmani. Questa influenzata dalla rivoluzione khomeinista, cominciò a predicare una radicale riforma in senso islamico della società araba, facendo della distruzione dello Stato ebraico il proprio obiettivo. Negli anni che precedettero l'Intifada la Jihād Islamica impiantò una rete clandestina di alcune dozzine di attivisti: al 1985-86 risalgono le prime attività terroristiche nei Territori, in particolar modo nella striscia di Gaza. Dopo la fondazione dell'Autorità Nazionale Palestinese, la Jihād Islamica, condividendo la stessa opposizione agli accordi di Oslo e al processo di pace, avviò una collaborazione a livello operativo, nella lotta contro lo Stato di Israele, con Hamas, con cui fino ad allora non aveva avuto contatti di alcun tipo. L'epicentro dell'attività della Jihād Islamica può essere considerato il Libano, dove numerosi sono i membri palestinesi reclutati nei campi profughi. A partire dalle azioni di Al-Qaeda iniziate sul finire degli anni Novanta e culminate con la serie di attentati all’Occidente cominciati con l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, la Jihād ha assunto un carattere globale con l’obiettivo di liberare i paesi islamici dall’influsso culturale, politico ed economico dell’Occidente e in particolare degli Stati Uniti. Le medesime argomentazioni sono state riprese anche dall’Isis (nato dalla cellula di Al-Qaeda in Iraq).

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