irìdio
sm. [sec. XIX; dal latino scientifico Iridium, da Iris, Iride, con riferimento alle varie colorazioni dei suoi sali]. Elemento chimico del gruppo del platino, di simbolo Ir, peso atomico 192,217 e numero atomico 77. In natura non si rinvengono minerali veri e propri dell'iridio ed esso si trova per lo più sotto forma di lega con il platino nativo, che ne contiene quantità variabili dallo .0,1 al 28% ca.; meno abbondante è l'osmiridio, che accompagna il platino nativo nei suoi giacimenti ed è costituito da una lega dell'iridio con l'osmio e con quantità minori di altri elementi tra cui in genere l'oro; il contenuto in iridio dell'osmiridio di alcuni campioni raggiunge l'80%. L'estrazione dell'iridio metallico puro da questi minerali rientra in quella della metallurgia del platino. L'uso principale dell'iridio è quello in lega con il platino: le leghe di quest'ultimo con il 10% di iridio presentano infatti una durezza e una resistenza alla trazione molto superiore a quella del platino puro, pur conservandone l'altissima duttilità, e hanno inoltre una resistenza chimica molto maggiore. In lega con il platino, l'iridio viene impiegato per la costruzione di parti per strumenti e apparecchiature di laboratorio e per la fabbricazione di termocoppie per la misura di alte temperature; è anche usato nelle matrici di estrusione del vetro fuso e in gioielleria. L'iridio puro è tra tutti il metallo più resistente agli agenti chimici; è in pratica perfettamente inossidabile e non viene attaccato neppure dall'acqua regia. Ha un colore bianco lucente simile a quello del platino, fonde a 2443 ºC e, con il suo peso specifico di 22,42, è dopo l'osmio (peso specifico 22,48) il metallo più pesante. § Nei suoi composti l'iridio presenta carattere metallico, con valenze diverse fino a quella di 6; le valenze di 3 e 4 sono quelle in genere più stabili. Esso mostra una notevole tendenza a formare anioni complessi legandosi con svariati anioni semplici, come per esempio nel cloroiridiato di sodio Na2IrCl6; questo, sotto forma dell'esaidrato Na2IrCl6·6H2O, che si presenta in cristalli aciculari di colore bruno cupo, costituisce il composto dell'iridio più comune. Il corrispondente sale di ammonio, (NH4)2IrCl6, è assai poco solubile, come d'altra parte quello di potassio, e questa sua proprietà viene utilizzata nella metallurgia dell'iridio per separarlo da altri elementi del gruppo del platino. Dato il carattere di metallo nobile dell'iridio, i suoi composti sono facilmente riducibili a iridio metallico.