ialinòsi

sf. [da ialino]. Condizione patologica, detta anche degenerazione ialina, consistente nella comparsa nel tessuto connettivo, negli epiteli, negli elementi del sangue di una sostanza proteica, omogenea, d'aspetto vitreo, rifrangente, insolubile nei comuni solventi organici e inorganici, dotata di una particolare acidofilia. Si tratta di una modificazione intra- o extracellulare che dà, nelle sezioni tessutali colorate con ematossilina-eosina, un aspetto vitreo, omogeneo e rosa. Non sempre il meccanismo di formazione di materiale ialino è noto. Alcune ialinosi intracellulari sono dovute a meccanismi noti: ialinosi delle cellule epiteliali dei tubuli renali prossimali, da riassorbimento di proteine filtrate in modo eccessivo a livello glomerulare; depositi ialini sferici, detti corpi di Russel, costituiti da aggregati di immunoglobuline neosintetizzate; corpi ialini nucleari o citoplasmatici da aggregati di nucleoproteine virali nelle infezioni da virus; sostanza ialina alcolica, nell'etilismo cronico a sede citoplasmatica nelle cellule epatiche danneggiate (ialinosi alcolica di Mallory). Più difficile è determinare l'origine della sostanza ialina extracellulare. Tipico deposito di sostanza ialina extracellulare è quello che si ha a livello delle pareti delle arteriole, specialmente a livello renale, nell'ipertensione arteriosa di lunga durata e nel diabete mellito. In questo caso la sostanza ialina sembra essere costituita da proteine plasmatiche, precipitate dopo essere passate attraverso l'endotelio. Il tessuto così alterato compromette la funzione dell'organo di appartenenza che diviene insufficiente, da cui i danni all'organismo. La diagnosi è bioptica.

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