giudeocristiano

gg. e sm. [giudeo+cristiano]. Ciascuno degli esponenti di una particolare tendenza teologica presente nel cristianesimo primitivo, per la quale l'adesione al cristianesimo comportava il riconoscimento e l'osservanza della legge ebraica e, in particolare, l'ingresso nella comunità cristiana era condizionato dalla pratica giudaica della circoncisione. Il centro del primitivo giudeocristianesimo fu Gerusalemme, dove la comunità era guidata da Giacomo, “fratello del Signore”. Contro la posizione dei giudeocristiani si levò la polemica dell'apostolo Paolo, facendo valere di contro al giudeocristianesimo la dottrina della giustificazione per sola fede, e ottenendo il riconoscimento della legittimità della propria posizione nel concilio degli apostoli, tenuto in Gerusalemme (Atti degli Apostoli, 15; Lettera ai Galati, 2). Dopo la caduta di Gerusalemme (70 d. C.) e la repressione della rivolta ebraica del 133 da parte dell'imperatore Adriano, i giudeocristiani si dispersero, soprattutto in Siria, assumendo la dimensione di una setta eretica e andando incontro a una rapida decadenza.

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