gàncio

Lessico

sm. [sec. XVI; forse dallo spagnolo gancho].

1) Strumento metallico ricurvo, a forma di uncino, usato per la trazione o la sospensione di oggetti o per il loro collegamento. Fig., mettere il gancio alla gola, mettere alle strette, costringere; non sapere a quale gancio attaccarsi, essere indeciso sul da farsi.

2) Fig., familiare, ladro, persona disonesta.

3) Nel pugilato, colpo di offesa, detto anche uncino o crochet, sferrato con un braccio piegato ad angolo retto; viene appoggiato dallo slancio della spalla e del fianco, mentre il corpo poggia sulla gamba opposta.

Tecnica

I ganci possono essere semplici, doppi, tripli; tipi particolari molto usati per sollevare carichi sono: il gancio a scocco, mantenuto chiuso da un anello che sta a posto per solo attrito, per cui è possibile liberarlo con un semplice colpo di martello; il gancio automatico, che si apre automaticamente al cessare dell'azione del carico (usato per esempio nei sistemi di sospensione delle imbarcazioni di salvataggio); il gancio a favone, costituito da due ganci semplici imperniati insieme e con gli uncini contrapposti in modo da formare un anello chiuso. Gancio d'accosto, lo stesso che alighiero. § Gancio di trazione, parte dell'organo di attacco fra un veicolo e l'altro di un convoglio ferroviario. È costituito da una testa e da un'asta di collegamento al veicolo. La testa ha un foro nel quale è infilato un perno che sostiene il tenditore ed è sagomata in modo da poter accogliere la maglia dell'altro veicolo. § Gancio d'atterraggio o d'appontaggio, dispositivo a gancio che, situato nella parte posteriore della fusoliera, consente al pilota di imbracare il velivolo alle funi elastiche tese sul ponte nella fase di appontaggio sulle portaereiine di ridurre la corsa di atterraggio. Gancio baricentrico, dispositivo a gancio che, installato solitamente nella parte ventrale della fusoliera di elicotteri o convertiplani, in prossimità del baricentro, permette il trasporto di carichi esterni anche di dimensioni rilevanti.