funzionalismo (geografia)

orientamento riassumibile nell'introduzione nella geografia dei concetti di centralità e polarizzazione, che venivano a sostituire il dualismo natura-uomo proprio della disciplina classica (vedi determinismo, possibilismo). Precursore di questa corrente di pensiero fu W. Christaller, con la sua “teoria delle località centrali”; ma il funzionalismo geografico ha trovato matura espressione dopo la metà del sec. XX, con la ripresa della teoria christalleriana da parte di B. J. L. Berry e di vari suoi collaboratori. Le influenze più notevoli si ebbero subito nel campo della geografia regionale: nel 1962 il francese E. Juillard indicava nella coesione dello spazio funzionale il criterio fondamentale di unità della regione, in precedenza rappresentato dall'uniformità del paesaggio. La progressiva introduzione di tecniche statistiche conduceva il funzionalismo verso un approccio decisamente quantitativo, con il largo impiego di modelli deduttivi che si ispiravano, da un lato, ai principi dell'economia neoclassica e, dall'altro, all'analisi dei sistemi. Quest'ultima doveva costituire lo sbocco più recente delle teorie funzionaliste, mediante un ulteriore passaggio concettuale: dalla regolarità delle strutture, costituite da nodi e relazioni reciproche fra gli stessi ma scarsamente proiettate nel tempo, alla dinamica continua dei processi, ricca di nuove capacità previsionali e operative.

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