Geografia umana ed economica

Zona limite tra la terraferma e il mare, in parte sommersa in parte emersa. Le coste hanno, da sempre, particolare importanza per la geografia antropica ed economica; tale importanza si è enormemente accresciuta a partire dalla rivoluzione industriale, quando le nuove tecnologie dei vettori marittimi ne hanno massimizzato il ruolo di interscambio delle merci e delle persone. Si è così avviato, a partire dalle coste più favorevoli alla portualità (coste di sommersione), un grandioso processo di urbanizzazione litoranea, poi diffuso anche attraverso altri elementi e funzioni (bonifica, direttrici di comunicazione terrestre, turismo). Si calcola che circa il 40% della popolazione mondiale viva nelle fasce costiere, dove si sono sviluppate grandiose conurbazioni: Stati Uniti di NE e di SW, Giappone, Europa di NW, Asia di SE, ecc. La moderna teoria geografica ha elaborato un nuovo concetto di “zona costiera”, rappresentata non solo dalla striscia intercotidale (foreshore), ma anche dall'area immediatamente retrostante (inshore), con valore di interconnessione fra litorale ed entroterra, e dalla piattaforma continentale (offshore), dove si estendono prospezioni minerarie e strutture artificiali. Fra queste ultime si segnalano gli impianti portuali (tipici i casi di Rotterdam, nei Paesi Bassi, e di Kobe, in Giappone, o dei porti-isola, generalmente con funzione di terminali petroliferi), aeroportuali (per esempio, Genova) e le stesse localizzazioni industriali realizzate su ampi spazi di colmata (frequenti, ancora, gli esempi giapponesi). In tal modo, la costa si definisce come vera e propria interfaccia terra-mare, caratterizzata da molteplici attività, che vanno dall'insediamento (residenziale, produttivo, turi stico) al trasporto, dall'osservazione scientifica (pura o applicata alla tutela ambientale e alla difesa dall'erosione) alla ricerca storico-archeologica (riconoscimento delle stratificazioni antropiche più o meno legate a variazioni del livello marino e della linea di costa), dalla produzione alimentare (pesca, acquacoltura) all'estrazione mineraria e alla produzione energetica (centrali mareomotrici o termiche convenzionali, spesso localizzate sulle coste per evidenti motivi di approvvigionamento del combustibile via mare). La pianificazione costiera è chiamata, pertanto, a intervenire su un sistema regionale particolarmente complesso, la cui organizzazione richiede interventi assai articolati: dalla bonifica integrale (idraulica e insediativa: valga, per tutti, il caso dei polder olandesi) all'urbanizzazione (dove l'impianto delle città deve tener conto dei particolari vincoli imposti dalla morfologia costiera e dalle attività marittime), per giungere a un uso integrato dello spazio e delle risorse, da cui la crescente esigenza di attente valutazioni dell'impatto ambientale e sociale generato dai singoli interventi.

Geomorfologia: generalità

La forma delle coste è la risultante dell'azione combinata dei numerosi agenti e fattori del modellamento litorale che tendono a raggiungere una condizione di equilibrio reciproco (moto ondoso, correnti litorali, maree e agenti subaerei da una parte; natura e struttura della roccia, caratteristiche dei sedimenti in via di formazione, moti relativi fra terre emerse e mari e variazioni climatiche dall'altra) . La molteplicità degli elementi in gioco rende quindi estremamente difficile elaborare una classificazione morfologica completa delle coste, per cui nessuna delle classificazioni già proposte può ritenersi esauriente. La più soddisfacente risulta quella fondata su criteri genetici, quali la natura degli spostamenti relativi fra terre emerse e mare, la conformazione morfologica e geologica della fascia di terra lambita dal mare, la predominanza dei fenomeni distruttivi o costruttivi, ecc. In base al primo criterio, si distinguono abitualmente:coste di sommersione, coste di emersione e coste neutre.

Geomorfologia: coste di sommersione

Sono caratterizzate dal fatto che in corrispondenza a esse si sono verificati o si verificano movimenti relativi fra terra e mare tali da provocare un innalzamento del livello del mare. Le coste di sommersione possono ulteriormente suddividersi in rapporto alla loro struttura tettonica; si distinguono così tipi di coste la cui forma topografica è condizionata da un precedente modellamento fluviale (coste a rias, coste a calanche, coste a limans e coste a estuari), o glaciale (coste a fiordi, coste a fjärds, coste a skjärs, coste a boddens e coste a sander) oppure direttamente dall'orientamento delle strutture geologiche (coste longitudinali, coste trasversali, coste oblique). Fra le coste di sommersione con aspetto condizionato dalla struttura tettonica, si possono ricordare quelle di tipo dalmata, risultanti dalla sommersione di grandi pieghe con asse parallelo alla linea di costa, e le coste ad anse successive, caratterizzate dall'alternarsi di baie e promontori, rispettivamente coincidenti con sinclinali e anticlinali ad asse ortogonale alla costa: le prime, particolarmente sviluppate in Dalmazia, sono contraddistinte da numerosissime incisioni, come insenature e canali, sviluppate parallelamente alla costa e separate da isole e penisole allungate nello stesso senso; le seconde presentano i loro migliori esempi in Asia Minore e in alcune zone della Bretagna.

Geomorfologia: coste di emersione

Sono contraddistinte da condizioni opposte alle coste di sommersione e cioè da abbassamenti relativi del livello del mare rispetto alla terra emersa. Le coste di emersione hanno generalmente una fisionomia ben distinta, dovuta alla persistenza di vestigia del modellamento marino anche nella loro parte emersa. In base ai tratti morfologici dominanti, fra di esse si usano distinguere le coste di pianura costiera, formatesi per l'emergere di bassi fondali marini, già sede di attiva sedimentazione; le coste tabulari, dovute all'emersione della piattaforma di abrasione marina; le coste a terrazzi marini, sviluppate lungo i litorali interessati da successive e distinte fasi di sollevamento relativo della terra rispetto al mare; le coste vulcaniche, che si originano in seguito alla neoformazione o al sollevamento di coni vulcanici. Una collocazione sistematica particolare hanno poi le cosiddette coste contrapposte (epigenetiche e riesumate), lungo le quali lenti fenomeni di sommersione provocano lo smantellamento totale di terreni che hanno ricoperto una superficie topografica modellata, nel corso di un precedente ciclo di abrasione marina, in rocce molto dure (nel passare dalle rocce tenere della copertura a quelle più resistenti del substrato, la morfologia costiera subisce un vero e proprio ringiovanimento).

Geomorfologia: coste neutre

Sono contrassegnate da assenza di movimenti verticali relativi, ma non orizzontali, fra terra e mare. Numerosi sono i tipi di coste neutre che presuppongono la stabilità dei rapporti verticali fra terre emerse e livello del mare, ma non escludono possibili migrazioni orizzontali della linea di spiaggia a seguito dei processi di abrasione (coste neutre di arretramento) o di sedimentazione (coste neutre di avanzamento). Fra le coste che presentano un arretramento della linea di spiaggia per effetto dell'abrasione marina, rientrano le coste alte rocciose (falesie) e le coste basse (spiagge), sottoposte a distruzione a opera del moto ondoso e delle correnti litorali. Le coste di avanzamento possono essere ulteriormente suddivise in due sottogruppi, secondo la provenienza del materiale che vi si accumula per deposizione: coste a sedimentazione potamogena e coste a sedimentazione talassogena. Al primo sottogruppo appartengono le coste deltizie, caratterizzate da una cospicua sedimentazione fluviale; al secondo le coste a lagune e lidi, peculiari dei litorali bassi e sabbiosi, e quelle a mangrovia, che si incontrano esclusivamente nelle regioni tropicali, dove l'intricato groviglio delle radici dei vegetali favorisce la deposizione di fanghi marini e la formazione di paludi e stagni costieri . Una posizione del tutto particolare, sempre nell'ambito delle coste neutre, occupano infine le coste coralline, che sono frequenti lungo i litorali delle regioni calde, lontano dalle foci fluviali: queste coste si formano infatti ex novo per il progressivo espandersi delle costruzioni coralline .

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